Nel celebre Saggio sulla libertà (titolo originale: On Liberty), uno dei capisaldi della cultura filosofica della società moderna, Mill sostiene che un individuo è libero di raggiungere la propria felicità come meglio crede e nessuno può costringerlo a fare qualcosa con la motivazione che è meglio per lui, ma potrà al massimo consigliarlo; l’unico caso in cui si può interferire sulla libertà d’azione è quando la libertà di uno provochi danno a qualcun altro, solo ed unicamente in questo caso l’umanità è giustificata ad agire allo scopo di proteggersi.
In tal senso lo Stato è giustificato ad indirizzare la vita degli individui solo quando il comportamento di uno di essi danneggia gli altri. Solo in tal caso potrebbe essere giustificabile la limitazione della libertà dei cittadini da parte dello Stato; il concetto di libertà di Mill si avvicina molto a quello di Alexis de Tocqueville, di cui fu grande amico.
Molto importanti sono anche le argomentazioni con cui Mill sostiene la sua tesi; impedire l’espressione di un’opinione è sempre e comunque un crimine: infatti, se l’opinione è giusta, coloro che ne dissentono vengono privati della verità; invece, nel caso in cui essa sia sbagliata, coloro che ne dissentono sarebbero privati di un beneficio ancora più grande, quello di veder rafforzata la verità medesima per confronto con l’errore.
A fondamento di ciò vi è la convinzione che mentre l’unanimità non è mai utile, la diversità è invece sempre altamente auspicabile; questo perché l’uomo, che è di per sé relativo, non può avere sempre verità assolute, e quello che è falso oggi potrebbe essere vero domani (e viceversa). L’anticonformismo è apprezzabile e l’originalità di ogni uomo va sempre valorizzata e mai annullata.
Il suo pensiero politico-economico è quindi attestato su posizioni di liberalismo radicale, per cui la valorizzazione dell’individuo e dei suoi spazi di libertà fanno sì che lo Stato si ordini sulla libertà civile della quale è protettore. L’unica interferenza ammissibile da parte dello Stato, affinché si eviti un danno effettivo a un terzo, riguarda la sola sfera della difesa e tutela delle libertà personali:
- la libertà di coscienza, pensiero ed espressione
- la libertà di perseguire la felicità,
- la libertà di associazione.
Sinossi tratta da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/John_Stuart_Mill
Dall’incipit del libro:
Il soggetto di questo lavoro non è il così detto libero arbitrio tanto infelicemente opposto a quella che mal si chiama dottrina di necessità filosofica, ma bensì la libertà sociale o civile, cioè la natura e i limiti del potere che la Società può legittimamente esercitare sull’individuo: questione posta di rado e forse non discussa mai in termini generali, ma che colla sua presenza inavvertita ha una profonda influenza sulle controversie pratiche del secolo e probabilmente sarà bentosto riconosciuta come la questione vitale dell’avvenire. Questa questione è sì lungi dall’esser nuova, che, in un certo senso, essa ha diviso l’umanità, fin quasi dai tempi più remoti. Ma essa si presenta sotto nuove forme nell’epoca di progresso in cui ora sono entrati i gruppi più civili della specie umana, ed è necessario trattarla in modo diverso e più fondamentale.
La lotta tra libertà ed autorità è la nota caratteristica di quelle epoche storiche che ci divengono a prima giunta familiari nelle storie greca, romana ed inglese. Ma, in altri tempi, la lotta era tra i sudditi, o qualche classe di sudditi, e il governo: per libertà, s’intendeva la protezione contro la tirannia dei governanti politici. Questi (tranne che in qualche città democratica di Grecia) sembravano in una posizione necessariamente nemica al popolo da essi governato. In altri tempi il governo era in generale tenuto da un uomo o da una tribù o da una casta che derivava la propria autorità dal diritto di conquista o di successione, – in nessun caso dal consenso dei governati – e di cui gli uomini non osavano, fors’anche non desideravano di porre in dubbio la supremazia, pure prendendo qualche precauzione contro l’esercizio oppressivo di essa. Si considerava allora il potere dei governanti come necessario, ma anche come altamente pericoloso: come un’arma ch’essi avrebbero tentato di usare tanto contro i loro sudditi quanto contro i nemici esterni.
Scarica gratis: La libertà di John Stuart Mill.