Questo volume raccoglie le “Lettere Parigine”, che Angeli scrisse per il “Giornale d’Italia” tra settembre e dicembre del 1914. Una seconda serie di “Lettere parigine” verrà pubblicato più tardi col titolo A Parigi durante la guerra, e riguarderà il successivo periodo da gennaio a luglio del 1915, cioè fino all’entrata in guerra dell’Italia.

Angeli non fu un corrispondente di guerra, ma un corrispondente da Parigi durante la guerra. Nelle sue “Lettere” racconta le sue impressioni sui mutamenti che la città ha subito a causa del conflitto, che nella prima fase della guerra (fino alla battaglia della Marna) riguardò molto da vicino la capitale francese.

Angeli è perfettamente inserito nell’alta società parigina, e spesso i suoi racconti riguardano la vita mondana, la chiusura dei teatri (e il dramma delle migliaia di lavoratori dello spettacolo che dovettero rivolgersi alla beneficenza pubblica per sopravvivere). Suoi bersagli preferiti sono gli embusqués, gli imboscati, che all’avvicinarsi dell’esercito tedesco fuggirono da Parigi verso Bordeaux (seguendo il governo e il parlamento) o in Provenza, salvo ritornare appena passato il pericolo e pavoneggiarsi nei locali alla moda in eleganti divise militari (gli uomini) o costumi da crocerossine (le donne).

Dichiarato è l’intento propagandista di Angeli in favore dell’intervento italiano in guerra, coerentemente con le sue idee nazionaliste.

Una visita a Reims dopo il suo bombardamento, è l’occasione per tre lettere, che verranno poi pubblicate autonomamente con il titolo Il martirio di Reims.

Ho trovato curioso un brano in cui Angeli discute del boicottaggio culturale (che auspica) nei confronti degli autori tedeschi. Ė triste che più di un secolo dopo, le stesse idee abbiano circolato ancora a proposito degli autori russi a causa della guerra in Ucraina:

«Bisogna escludere dai nostri concerti, dalle nostre esposizioni, dai nostri librai le opere dei compositori, degli artisti, degli scrittori tedeschi? Per conto mio rispondo senza esitare di sì.»

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

Marsiglia, 3 settembre 1914.
Dopo Genova il treno diretto cessa ed è con uno di quelli accelerati affannosi e fumiganti che bisogna raggiungere la frontiera a Ventimiglia. Veramente a percorrere quel tratto di Riviera ci sarebbe da credere che la nazione in guerra è l’Italia e che i cittadini italiani siano tutti sotto la minaccia di una improvvisa aggressione di orde barbariche. Tutte le città sono deserte, tutte le ville abbandonate. Da Nervi a Pegli, da Alassio a Bordighera, da San Remo a Ventimiglia non si vedono che strade solitarie, giardini abbandonati e case sbarrate. Il mare viene a morire dolcemente sulla spiaggia oramai deserta di cabine e di stabilimenti e oltre i muri coronali di tralci, oltre i cancelli che custodiscono i piccoli orti familiari, oltre le balaustre da cui pendono i ciuffi dei pelargonii rosei e vermigli, gli ultimi fiori della estate e i primi fiori dell’autunno esalano i loro profumi nella solitudine per gli ospiti assenti. Il treno avanza faticosamente in un fragore di vecchie ferramenta sbattute e un soffiare di stantuffi asmatici.

Scarica gratis: La Francia in guerra di Diego Angeli.