Nel 1943 fu pubblicato a Vicenza un opuscolo contenente il resoconto parlamentare dell’ultimo discorso pronunciato da Giacomo Matteotti alla Camera dei Deputati. Il discorso fu pronunciato il 30 maggio del 1024; come è noto, pochi giorni dopo, il 10 giugno 1924, fu rapito ed ucciso da un gruppetto di squadristi fascisti.
Il discorso è dedicato a chiedere alla Giunta delle elezioni di annullare il risultato elettorale in toto, in quanto le elezioni stesse si sarebbero svolte in un tale clima di intimidazione e violenza da non poter essere considerate libera espressione della volontà popolare. Matteotti cita diversi episodi, svoltisi in diverse parti d’Italia; viene ripetutamente interrotto dai deputati eletti per il Partito Fascista, che lo accusano di avere inventato tutto e di non possedere alcuna prova delle sue affermazioni. A ciò Matteotti risponde che la violenza stessa ha reso impossibile le denunce di irregolarità, impedendo che esistessero testimoni o intimidendoli se c’erano.
Segue il discorso pronunciato da Filippo Turati il 27 giugno 1924 quale celebrazione del sacrificio di Matteotti. Discorso che si chiude con queste commosse parole:
E questa vecchia carcassa di chi oggi vi parla, che la vita ha tutta ormai spesa e che il proprio inverno avrebbe barattato con gioia per salvarvi la primavera superba del nostro eroe, è oggi dilaniata dal rammarico, direi dal rimorso, di non averlo vigilato abbastanza, di non essersi imposto, col peso della anzianità a cui forse Egli avrebbe obbedito, alle sue gagliarde imprudenze…
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Presidente: Ha chiesto di parlare l’onorevole Matteotti. Ne ha facoltà.
«Contestiamo la validità dei voti della maggioranza…».
Matteotti: Noi abbiamo avuto da parte della Giunta delle elezioni la proposta di convalida di numerosi colleghi. Nessuno certamente, degli appartenenti a questa Assemblea, all’infuori credo dei componenti la Giunta delle elezioni, saprebbe ridire l’elenco dei nomi letti per la convalida, nessuno, nè della Camera, nè delle tribune della stampa. (Vive interruzioni alla destra e al centro).
Lupi: E’ passato il tempo in cui si parlava per le tribune!
Matteotti: Certo la pubblicità è per voi una istituzione dello stupidissimo secolo XIX. (Vivi rumori; interruzioni alla destra e al centro).
Comunque, dicevo, in questo momento non esiste da parte dell’Assemblea una conoscenza esatta dell’oggetto sul quale si delibera. Soltanto per quei pochissimi nomi che abbiamo potuto afferrare alla lettura, possiamo immaginare che essi rappresentino una parte della maggioranza. Or contro la loro convalida noi presentiamo questa pura e semplice eccezione: cioè, che la lista di maggioranza governativa la quale nominalmente ha ottenuto una votazione di quattro milioni e tanti voti… (Interruzioni).
Scarica gratis: La difesa della libertà di Giacomo Matteotti.