Romanzo giallo del 1936, si destreggia abbastanza bene tra il ritmo dell’investigazione e l’ironia che lo rende a tratti davvero divertente. Senza dubbio Pitta, instancabile traduttore e certamente ancor più attivissimo lettore di questa letteratura di genere, trae spunti interessanti da molte delle opere investigative più note. Il suo investigatore, Andrea Villanterio – forse precursore del suo successivo e più fortunato Enderton – molto coinvolto per ragioni emotive nell’inchiesta alla quale è chiamato a collaborare, dimostra sagacia, osservazione dei particolari, capacità di deduzione tipici dei più famosi e perspicaci esponenti della sua professione. Tale comunque dal far fare una figura non proprio eccelsa al commissario di turno che appare invece piuttosto pasticcione; ma il buon Villanterio è contento anche di far fare buona figura (e carriera) al più sconclusionato “collega”.

L’inchiesta matura nell’ambito di un inspiegabile delitto avvenuto nella sede del consiglio d’amministrazione di una società, la SAGSER, che trae i propri profitti da attività non sempre le più limpide. Ne consegue una fitta trama di ricatti, all’interno dei quali chi ha più pelo sullo stomaco ne esce con il portafoglio più fornito. Ma in questo intrico scorrono anche storie d’amore: quella dell’investigatore per la figlia del geniale inventore, truffato dall’esponente più in vista della società, il greco Zanasis, che è davvero persona senza scrupoli, – oltre che padre dell’investigatore – e quelli della misteriosa “dama verde” del titolo che risulta essere la chiave per risolvere l’intricato enigma: una pistola spara senza che nessuno abbia premuto un grilletto, una luce si spegne al momento opportuno senza che nessuno abbia toccato l’interruttore. La città dove si svolge l’azione non è mai menzionata. È sede di una stazione affollata dove giungono treni da Roma e ne partono per Venezia e per Genova; forse non troppo lontana dal confine nazionale. Ma in realtà non si sa quale sia. Forse per non dover coinvolgere uno specifico commissariato in quella che per l’ispettore Morinelli non è precisamente un’ottima figura…

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

— Finalmente! – sbuffò Zanasis, allungando le gambe e passandosi la mano dall’alto del petto sin sul ventre che cominciava ad avere una prominenza di cui egli non era gran che contento. – Ce n’è voluto, perché se ne andasse!
E stette a guardare la figura alta e magra della vecchia signora che in quel momento, affacciatasi allo sportello del corridoio, faceva grandi gesti di richiamo, evidentemente a un facchino.
— Quasi quasi le vado a sporgere io le valige, per paura che rimanga ancora nel treno – rise Sainetto.
— Ma lasci stare! Chiuda l’uscio, invece, e parliamo un po’, ché ce n’è bisogno. Che ritardo ci sarà, ormai? – E Zanasis si trasse dal taschino del panciotto l’orologio d’oro. – Dunque, le dieci e quaranta, mentre invece dovremmo essere giunti qui alle dieci e dodici. Ventotto minuti di ritardo! Ma non fa nulla: aspetteranno. E se non vorranno aspettare…

Scarica gratis: La dama verde di Alfredo Pitta.