Questo breve romanzo di Dumas fu scritto nel 1849 e comparve con il titolo La Femme aux Collier de Velours all’interno della raccolta Les Mille et Un Fantômes, con altri romanzi brevi di ispirazione fantastica.

In Italia fu pubblicato a puntate dal quotidiano “L’Indipendente” nel 1864, senza citare chi ne fece la traduzione; ed è questa l’edizione qui digitalizzata. In seguito fu ripubblicato diverse volte, sia da solo sia insieme con altre brevi opere, anche in anni recenti. L’opera in Italia è stata intitolata La dama dal nastro di velluto, La donna dal collier di velluto, La donna dal nastro di velluto, La donna dal collare di velluto, e anche La ghigliottinata.

Protagonista di questo romanzo è un personaggio storico, E. T. A. Hoffmann, il poeta, musicista e pittore tedesco, vero interprete dell’eroe romantico, qui in una avventura amorosa e fantastica ambientata nel 1793. Per un giovane ventenne, che ama le arti come Hoffmann, Parigi suscita un fascino inarrestabile, e solo un amore profondo può trattenerlo dal recarvisi. Ma proprio perché l’amore è profondo e contraccambiato, la fanciulla amata insiste perché Hoffmann si rechi a Parigi, facendogli in cambio promettere la sua fedeltà. Qui, tra una piazza urlante di entusiasmo per lo spettacolo della ghigliottina, ed un ballo all’opera a cui assiste accanto ad un lugubre personaggio, Hoffmann vive invece un amore passionale e carnale, dimenticando l’innamorata che lo attende a casa.

Il finale, ispirato alle atmosfere dell’orrore che proprio Hoffmann descrisse nei suoi Racconti fantastici, è tragico e sorprendente.

Un romanzo molto poco “stile Dumas”, nella sua ambientazione horror, ma comunque basato su episodi della storia francese, in cui a fatti e personaggi reali (Danton, la Dubarry, che interpretano “sé stessi”) si mescolano quelli immaginari (Arsenia, il medico dell’Opéra) e quelli reali, ma coinvolti in episodi non accertati storicamente (oltre a Hoffmann, il suo amico Zacharias Werner). Una lettura piacevole, da romanzo d’appendice, sceneggiata con dialoghi ed abilità da uno dei maestri del genere. Anche se di più difficile lettura, raccomandiamo ai lettori più fedeli a Dumas di visualizzare su Internet Culturale le pagine su cui fu stampato il romanzo: così potranno apprezzare la “suspense” alla fine della puntata corrente, e immaginare l’attesa dei lettori per quella successiva, tipicamente comparsa qualche giorno dopo sullo stesso quotidiano.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Fra quelle vaghissime città che si sparpagliano sulle rive del Reno come i grani d’un rosario di cui il fiume sarebbe il filo, è da annoverar Manheim, seconda capitale del granducato di Baden, seconda residenza del granduca.
Oggi che i piroscafi che salgono e discendono il Reno passano per Manheim; oggi che una ferrovia vi conduce; dopo che Manheim, fra il crepitar delle palle, drappellò, co’ capelli scinti e la veste lorda di sangue, lo stendardo della ribellione contro il suo granduca, non so più cosa è Manheim; ma nel tempo in cui questa storia ha principio, cioè circa settant’anni fa, vi dirò quel che era.
Era la città tedesca per eccellenza, tranquilla insieme e politica, un po’ mesta, un po’ astratta; era la città de’ romanzi d’Augusto Lafontaine e de’ poemi di Goethe, d’Enrichetta Belmann e di Werther.
Basta infatti volger uno sguardo a Manheim per persuadersi subito, vedendo le case onestamente livellate, la divisione in quattro quartieri, le strade larghe e belle ove spunta l’erba, la fontana mitologica, il giardino pubblico ombreggiato da un doppio filare d’acacie che lo traversano da un capo all’altro, quanto la vita sarebbe dolce e facile in quel paradiso, se talvolta le passioni amorose o politiche non ponessero una pistola in mano a Werther o un pugnale in mano a Sand.

Scarica gratis: La collana di velluto di Alexandre Dumas.