Intorno ai primi anni del ‘900, le Isole Salomone, situate a nord-est dell’Australia, ospitavano coloni occidentali di varie nazionalità, occupati nelle piantagioni tropicali o dediti al conseguente commercio di schiavi che prelevavano dalla popolazione indigena.

Le condizioni di vita erano estremamente pericolose soprattutto per l’ostilità delle tribù locali, cannibali e cacciatori di teste.

Il protagonista di questo romanzo di Jack London è Jerry, un giovane cane di razza terrier irlandese, dal mantello fulvo e dal coraggio eccezionale, la cui indole estremamente affettuosa lo porta a dedicarsi con amore e fedeltà totali ad un padrone che sappia ricambiarlo.

Il suo primo padrone, a cui si è già affezionato, lo regala al capitano di un battello negriero, che in seguito viene assaltato da un gruppo di indigeni: l’equipaggio viene trucidato, e Jerry è catturato dalla tribù, correndo più volte il rischio di essere mangiato. Dopo molti passaggi di padrone, con ognuno dei quali Jerry stabilisce rapporti più o meno affettivi, viene infine trovato e adottato da una coppia di possidenti bianchi con cui realizza un felice rapporto di amore pieno e totale.

Le avventure di Jerry mettono a confronto due mondi, quello canino retto da sentimenti puri di fedeltà, amore e coraggio, e quello umano dominato dal razzismo e spesso da grettezza e avidità. Entrambi questi mondi sono indagati con acutezza e profondità; in particolare la psicologia canina viene descritta con intima simpatia e comprensione. Nell’uomo il rapporto con l’animale fa emergere talvolta il lato più belluino e primitivo della personalità, mentre da parte canina il rapporto con un uomo degno di affetto porta persino ad esprimere facoltà eccezionali di intelligenza e di comunicazione.

Sinossi a cura di Cristina Rosanda

Dall’incipit del libro:

Jerry comprese benissimo che stava per accadergli qualche cosa di anormale, quando Mister Haggin lo prese bruscamente e tenne sotto il braccio, per portarlo verso la baleniera.
Da sei mesi, dacché Jerry era nato, Mister Haggin era suo padrone. Però la parola «padrone» non esisteva nel vocabolario di questo bel terrier irlandese, dal pelo fulvo e liscio, mentre l’espressione «Mister Haggin» riassumeva tutto il significato che ha per gli uomini la parola «padrone» rispetto ai cani. Mister Haggin, era il nome che davano a questo padrone, Bob il contabile e Derby il sorvegliante della piantagione. Jerry aveva ugualmente udito gli altri bipedi ‒ come quelli dell’Arangi ‒ che venivano a visitare il suo padrone, chiamarlo così, costui.
Ma per i cani, che hanno un’intelligenza particolare e un culto appassionatamente eroico, un affetto senza limiti per il proprio padrone, questa parola ha un significato molto più ampio di quello che noi le diamo. L’uomo si considera come il padrone del suo cane; il cane venera l’uomo come un dio.
La parola «dio», non trovando posto nel vocabolario ristretto e speciale di Jerry, era rappresentata per lui dall’espressione «Mister Haggin», sinonimo, nel cervello, nel cuore e nell’intelletto del cane, di una onnipotenza benefica e sovrana.

Scarica gratis: Jerry delle isole di Jack London.