Pubblicato Informatione del pestifero, et contagioso morbo: Il quale affligge et have afflitto questa città di Palermo, & molte altre città, e terre di questo Regno di Sicilia, nell’anno 1575 et 1576 di Giovanni Filippo Ingrassia.

Quando fra il 1575 e il 1576 la Sicilia fu sconvolta dal flagello della peste, il viceré don Carlo, chiamò lo scienziato regalbutese e lo nominò Consultore Sanitario. Dalle osservazioni e dalle riflessioni ricavate da questa terribile esperienza trasse il materiale per il suo prezioso Informatione del pestifero et contagioso Morbo.

Dall’incipit del libro:

Benche la commun, & general osservanza degli huomini, in tempo dell’acerba, e crudel peste, sia, pigliar, come si dice per un certo volgar proverbio, le pillole de tribus, cioè composte di tre cose chiamate, citò, longè, & tardè: che vuol dire, presto al fuggire, lontano paese ad habitare, e tardo al ritornare, Tanto che alcuni giurisconsulti meritamente chiamando questo male bellum Dei, cui humanæ vires nequeunt resistere, & dicendo, che, Deum nititur tentare, qui in loco contagioso contendit habitare, permettono, eziandio a’ consiliarij, che regnando vigorosamente pestilenza, possano liberamente senza licenza ancor di loro superiori assenti, dal luogo infetto, fuggirsene tuttoche in niun’altro caso lor fosse lecito: Nondimeno ritrovandomi io non solamente fedelissimo vassallo: Ma ancor ministro (benche indegno) di vostra Maestà nel mestiere della sanità, in questo suo Regno di Sicilia, mi parve molto più conveniente, anzi necessario, volentieri sottopormi, & obligarmi alla vera legge de’ suoi antecessori, laqual comanda, che «si miles armatæ militiæ in pace militiam deserat, gradu deponitur: At in bello idem admissum, capite puniendum est» E tanto più nella guerra della pestilenza, nellaquale è di bisogno di molto maggior cura, e diligenza. Laqual istessa legge ragionevolmente condanna ancor i prelati, nelle cui mani consiste la cura delle anime, quando essi, a guisa di non buoni, & veri pastori, anzi piu tosto, di mercennarij, in simil occasione sene fuggissero. Mi parve dico molto volentieri sottopormi, à questa legge, & abbracciarla poiche dalla cura del corpo sovente proviene anco quella dell’anima, tanto in generarle, perche si morrebbono disperati gli huomini, vedendosi abbandonati da ogni soccorso della medicina: Quanto ancor in particolare, dandosi a ciascheduno l’ordine, quando vi si conosce il pericolo, di confessarsi, e ricevere gli altri Sacramenti, e disporsi, non solo quanto alle cose appartenenti al corpo, ma principalmente quanto all’anima.