Podcast: Apple Podcasts | RSS
(voce di SopraPensiero)Pubblicato Il trampolino per le stelle di Lucio D’Ambra.
Dall’incipit del libro:
In un qualunque tempo, in un paese qualunque, poichè Pierrot è sempre Pierrot, maschera e uomo, poeta e fanciullo. Egli stesso lo ha detto: «Io dico sempre la stessa cosa, perché è sempre la stessa cosa; e se non fosse sempre la stessa cosa io non direi sempre la stessa cosa».
Che cosa dice Pierrot? Dice che vuole essere amato più di quanto egli sappia amare. Dice che vuole un’innamorata sempre fedele, alla quale egli possa essere sempre infedele. Dice che tutto vorrebbe, senza dare mai niente: o tutt’al più un sospiro, un verso, una serenata, una canzone, un bacio, tuttociò insomma, che fa a lui piacere di dare prima che faccia piacere agli altri di ricevere. Sono io, Pierrot, io che scrivo. Sei tu, Pierrot, tu che leggi. Siamo tutti Pierrot, quanti noi siamo: uomini, fanciulli, poeti.
Questo mio Pierrot di stasera è, come tanti, è come tutti. Poeta anche lui. Innamorato anche lui. Vive lassù, in soffitta, tra cieli e venti, e vorrebbe una reggia. Ha per amica Colombina, fiorista nella strada accanto, e vorrebbe una regina. Ha per amici quattro studenti come lui e vorrebbe per amici i dotti di Salamanca e il Principe di Galles. Ha le tasche vuote e vorrebbe i milioni di Rothchild. Ha poco sale in zucca e crede d’avervi la saggezza di Socrate. Ama le donne, i fiori e i bambini, ma le donne se non pretendono, i bambini se non piangono e i fiori se non sono destinati a dire addio ai morti. È un piccolo egoista, pieno di cuore, come me, come voi, come tutti. È un bugiardo che pretende la verità negli altri, è uno che strappa agli altri le illusioni e vorrebbe averle tutte lui, è un omettino che crede di saper tutto e non sa nulla. Si vanta di tutto potere e nulla può, proclama di amare tutti e non ama che sè.