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Gemma Ferruggia scrisse questo romanzo nel 1919, appena dopo la fine della prima guerra mondiale. L’autrice racconta una storia d’amore, e come si scoprirà nel corso della narrazione, adulterino, nella cornice storica del primo conflitto mondiale.
La struttura del romanzo presenta delle particolarità, nel senso che la narrazione inizia con due capitoli, dal titolo eloquente, che sono come una sorta di preambolo di tutta la narrazione successiva, mentre la vicenda vera e propria si sviluppa nei successivi quattro capitoli.
In questi due capitoli non viene svelata la vera identità dei due protagonisti, che si definiscono come “Anima” e “Cuore”. Si sa che il protagonista maschile, “Cuore”, era impegnato nel conflitto come ufficiale degli Arditi.
E l’incipit preannuncia già quale sarà l’approccio e lo sviluppo della narrazione:
“La stanza, in cui entro, con passo risoluto e leggero, un passo senza eco, non ha pareti. È nell’infinito.”
Appena dopo l’autrice spiegherà il significato di questa frase.
“Varcando la soglia — dove la fantasia ha posto l’Arcangelo dalla spada fiammeggiante — sono da qualche minuto entrata nello sconfinato orizzonte dell’anima mia.”
Il romanzo gioca in tutto il suo svolgersi, sul binomio “Anima” e “Cuore”, come se fossero le due facce di una stessa medaglia. L’autrice dirà nel Commiato conclusivo che nella loro diversità i due protagonisti, senza rendersi conto di ciò, erano “Uno”.
Il vero nome dei due protagonisti principali verrà svelato solo dopo questa sorta di preambolo.
I due capitoli iniziali sono raccontati in prima persona dai due protagonisti principali. Il primo da “Anima”, cioè la protagonista femminile, che entrando nello sconfinato suo mondo, cioè nel suo io, racconta i suoi stati d’animo, anche rispetto alla guerra, che all’epoca della scrittura di questo romanzo era appena terminata.
Il secondo capitolo è raccontato da “Cuore”, cioè il protagonista maschile, il quale ripercorre la sua attività militare con il pensiero costante alla sua amata.
Queste poche parole, appena scritte, in merito ai due capitoli introduttivi sono ampiamente riduttive rispetto alle innumerevoli sfaccettature e sfumature espresse dalla scrittrice in queste due parti iniziali, sulla personalità di questi due personaggi.
Dopo questa introduzione essenzialmente di carattere intimistico, i due protagonisti, – Chiara Alba e Uberto Insera, questi sono i loro veri nomi – terminato loro percorso interiore, che forma i primi due capitoli – entrando “nello sconfinato mondo dell’anima …” –, inizia la vicenda amorosa vera e propria dei due amanti.
Questa si snoda dal loro viaggio in treno da Roma a Milano e il successivo soggiorno a Milano fino alla nemesi che si concreta con loro separazione finale.
L’autrice dipinge non solo i due personaggi principali curando in particolare modo la loro personalità, ma anche il mondo nel quale vivono, e i vari personaggi di contorno che formano il loro mondo borghese.
Non viene dimenticato dall’autrice di tratteggiare i vari aspetti politici di una società e di un mondo che stava cambiando, con vari riferimenti sia ad avvenimenti italiani – ad esempio le imprese dannunziane – che ad avvenimenti stranieri.
Questa attenzione all’attualità, è presente in tutto lo sviluppo della narrazione. Non viene mai dimenticato dalla scrittrice di esprimere il suo giudizio, anche se non in modo palese, sulle varie problematiche sorte in seguito al primo conflitto mondiale.
Questa opera di Gemma Feruggia, ad avviso di chi scrive, è molto aderente al modo di essere della scrittrice, nella sua adesione ad istanze nazionaliste, a partire dagli anni ’10, e nel suo femminismo sui generis. Cioè critico con i movimenti femministi dell’epoca, ma favorevole all’emancipazione femminile, pur vedendola come un percorso personale.
Sinossi a cura di Piero Giuseppe Perduca
Dall’incipit del libro:
La stanza, in cui entro, con passo risoluto e leggero, un passo senza eco, non ha pareti. È nell’infinito. Talvolta buia come delitto senza scopo, sfolgorante talvolta della luce che immaginiamo componga il viso degli arcangeli. E precisamente il volto dell’arcangelo Michele quale io me lo figuro, illuminato di sole sanguigno nell’atto di dar battaglia.
Il principe delle milizie celesti sta sulla soglia ideale a custodia del paradiso e dell’inferno che fan contrasto nel luogo singolarissimo: il come — ignoto alla mia terrena fragilità — è secreto della divina creatura. Un uomo non potrebbe.
Una donna non oserebbe.
Par quanto io sia volontaria e forte — mostruosamente forte per l’ipocrisia femminile, mantello di porpora e fummo come coppe colme di reciproco perdono.
Veramente il mondo sovvertito ebbe riflessi nelle anime: mutò freddezze in ardori: egoismi in dedizioni generose: donò ali ai mediocri: cinse di aureola il capo degli umili. Non soltanto «Anima» e «Cuore» si sentirono congiunti alla sventura d’Italia come linfe dello stesso ricco albero. La quercia sacra — che non può essere recisa alla base — fu allora per tutti gli italiani meraviglia di novelle frasche, garrule di canti nuovi, verso un cielo da riconquistare: dai piedi alla cima l’aveva fiorita il sangue degli eroi.
Scarica gratis: Il sole nascosto di Gemma Ferruggia.