Pubblicato per la prima volta nel 1903, il meraviglioso racconto Il richiamo della foresta (The Call of the Wild) di Jack London ha avuto infinite traduzioni in italiano, prima fra tutte, quella che qui presentiamo, di Gian Dàuli, il quale firma anche una interessante prefazione. Quest’opera è il primo volume della collana “Opere complete di Jack London” per i tipi della casa editrice Modernissima di Milano.

Dopo questa traduzione di Dàuli, molti altri si sono avvicinati al testo di London, traducendolo e/o creandone delle riduzioni; tra questi, solo per citare qualche nome più noto, Gianni Celati, Roberto Piumini, Giorgio van Straten, ‘Geronimo Stilton’,… Alcuni sono autori di libri per bambini, perché da sempre il testo di London, così come Il piccolo principe (Le Petit Prince) di Antoine de Saint-Exupéry o L’uomo che piantava gli alberi (L’homme qui plantait des arbres ) di Jean Giono o vari altri preziosi libri, è stato considerato un’opera per tutte le età. Veramente il racconto di London è un dono per tutte e tutti. Tuttavia non amo le riduzioni per bambine/i, anche se ci sono eccellenti esempi di questa pratica, come i Tales from Shakespeare di Charles e Mary Lamb, editi nel 1807.

Per Il richiamo della foresta, sono state scritte prefazioni firmate, tra gli altri, da Bocca, Borges, Celati, Faeti, Fallaci, Fofi, Placido, La Capria… Si potrebbe non dirne altro.

Dàuli nella sua prefazione scriveva:

«La vita di questo cane che diviene lupo, rispecchia materialmente e spiritualmente la vita dello stesso scrittore. Egli ebbe certamente un primo albore d’infanzia felice nell’amore dei suoi, sino a quando, fanciulletto, passava intere giornate sotto un albero a sorvegliare, per i contadini, il ritorno degli sciami delle api dalla loro vita operosa e errabonda.»

L’anno in cui inizia la storia del cane Buck (1897) è lo stesso in cui il ventunenne London abbandonò gli studi presso l’Università della California e partì per il Klondike per partecipare al Gold Rush, la corsa all’oro, scoperto da pochissimo nel letto dei fiumi Klondike e Yukon, nel grande e gelido nord americano. Lì lo scrittore rimase, in condizioni estreme, per circa un anno.

Scrive ancora Dàuli che questo è

«il racconto di un cane che, attraverso perigliose vicende, per la crudeltà degli uomini e l’asprezza dell’esistenza finisce col diventar lupo, facendo, cioè, a ritroso, di gradino in gradino, il cammino inverso della civiltà»

A tutto quanto scritto su Buck e la sua storia, aggiungo solo un punto di vista, derivato da studi sull’immutabilità del mito e dalle riflessioni sul saggio The Hero with a Thousand Faces (1949, L’eroe dai mille volti), dello storico delle religioni Joseph Campbell (1904-1987). Molti registi di saghe di supereroi, come Lucas creatore di Star Wars (Guerre stellari) o come Villeneuve per il film Dune tratto dal libro omonimo di Herbert o ancora come i registi dei film del Marvel Cinematic Universe, riconoscono di essere debitori a questo saggio per aver dato le basi alle loro storie.

Sul lavoro di Campbell ha almeno in parte influito l’opera dell’antropologo James Frazer (1854-1941) Il ramo d’oro (The Golden Bough) edita nel 1890. La tesi di Campbell, frutto di uno studio comparativo dei miti fin dalle origini, è che esista una formula mitologica universale che descrive l’avventura dell’eroe. Esposta in maniera estremamente sintetica, la formula prevede una serie di tappe immutabili: il viaggio dell’eroe inizia con la chiamata, che può anche essere forzata (Buck viene rubato e sottratto con la forza dal suo stato sereno e sicuro), prosegue con una serie di prove alle quali l’eroe è sottoposto (Buck ne passa di cotte e di crude), si conclude con il ritorno dopo aver superato gli ostacoli (Buck ritorna allo stato primitivo dal quale è inesorabilmente attratto). A volte l’eroe riporta il frutto della propria esperienza, procurando un bene per l’umanità. In questo caso si potrebbe interpretare il ritorno alla vita selvaggia di Buck come la rinascita del senso della natura, la necessità del rispetto di essa.

London ripercorre il cammino inverso dell’eroe nel successivo White Fang (1906, Zanna Bianca). Qui l’eroe, Zanna Bianca appunto, è quasi completamente un lupo, che dopo una vita durissima, riuscirà a trovare una vita diversa. Piace ricordare a questo punto anche il bellissimo racconto Brown Wolfdel 1906, che faceva parte della raccolta L’amore della vita(Love of Life and Other Stories), edita nel 1907. Qui il cane Brown, come è chiamato dai nuovi padroni, o Wolf, secondo il primo padrone, è dimidiato tra l’amore per gli uni e per l’altro e la scelta è veramente penosa.

Questo ebook si chiude con il racconto Il figlio del lupo (The son of the wolf) scritto nell’aprile del 1899 ed edito nel 1900 nella raccolta omonima; sono i primi scritti pubblicati di London, che danno al giovane scrittore una fama immediata. Qui però i Figli del lupo sono gli uomini ‘bianchi’ che nel grande nord si approfittano crudelmente delle popolazioni autoctone.

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS

Dall’incipit del libro:

Buck non leggeva i giornali; altrimenti avrebbe saputo che maturavano guai, non soltanto per lui, ma per tutti i cani da guardia dai muscoli forti e dal pelo lungo e soffice; da Puget Sound a San Diego. Perchè uomini brancolanti nelle tenebre artiche avevano trovato un metallo giallo, e perchè compagnie di navigazione e di trasporti, propagavano con gran rumore la scoperta, migliaia di uomini si precipitavano in Northland, la terra del Nord. Questi uomini avevano bisogno di cani, e occorrevano cani grossi, dai muscoli robusti, con i quali faticare e dal pelo lanoso per proteggerli dal gelo.
Buck abitava in una grande casa della soleggiata Valle di Santa Clara. La chiamavano la tenuta del Giudice Miller, ed era lontana dalla strada, mezza nascosta dagli alberi, attraverso ai quali poteva scorgersi la fresca veranda che si stendeva intorno ai quattro lati. Si giungeva colà per viali cosparsi di ghiaia minuta; viali che serpeggiavano per prati ben tenuti e sotto i rami intrecciati d’alti pioppi.

Scarica gratis: Il richiamo della foresta di Jack London.