Podcast: Apple Podcasts | RSS
(voce di SopraPensiero)
Il problema dell’errore non riceve molta attenzione nella filosofia contemporanea, in ossequio all’idealismo hegeliano che non ammette la possibilità dell’errore, non distinguendola dalla possibilità stessa delle conoscenza.
Interessante quindi questo breve scritto di Adolfo Levi, pubblicato nel 1933 sulla rivista “Sophia” e poi riproposto in opuscolo, dove viene esaminato il concetto di errore secondo Spinoza; concetto che si inserisce tra l’allontanamento volontario dall’ordine delle cose stabilito da Dio (Agostino), l’abuso della volontà che ci porta al di là di ciò che conosciamo chiaramente (Cartesio), l’inganno operato dal nostro giudizio (Locke) e la confusione tra l’apparenza della verità e la verità stessa (Kant). Tuttavia Levi manca in questo suo scritto di storicizzare la concezione dell’errore in Spinoza, limitandosi a metterne in rilievo i limiti e le scivolate tautologiche che caratterizzano questa concezione.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Nella filosofia dello Spinoza la concezione della verità e dell’errore non soltanto si collega indissolubilmente con le intuizioni metafisiche fondamentali, ma su di esse si fonda e da esse deriva il suo significato. Infatti è vero che quella filosofia, quale è sistematicamente presentata nell’Ethica, sembra presupporre una ricerca gnoseologica che, accennata in alcuni punti in tale opera, è delineata nel frammentario De intellectus emendatione, ma in effetti la gnoseologia è implicitamente contenuta nelle dottrine metafisiche che costituiscono il nucleo del sistema, sicchè, per ciò che riguarda i rapporti fra le seconde e la prima, l’Ethica rappresenta il procedimento vero del pensiero dell’autore in modo più fedele del frammento. Ora è appunto nella determinazione della concezione della verità e dell’errore che appaiono i presupposti metafisici della gnoseologia spinozistica.
Scarica gratis: Il problema dell’errore nella filosofia di B. Spinoza di Adolfo Levi.