Dall’incipit della tesi:
Negli anni dell’immediato dopoguerra, la straordinaria fioritura di riviste storico-politiche caratterizzò una stagione di grande fermento culturale. Le riviste nate in quegli anni intesero studiare progetti e promuovere dibattiti.
Era necessario edificare su nuove basi e nuove fondamenta un paese distrutto, oltre che materialmente, anche e soprattutto nella sua fibra morale. A questo compito era chiamata la cultura, attraverso l’impegno degli intellettuali, partecipi del futuro dell’Italia, concreti e reali collaboratori alla costruzione della «nuova democrazia» e della nuova identità nazionale.
Dopo tanti anni di silenzio si levò la voce di queste riviste, esperienze editoriali che segnarono, nel nuovo clima di libertà, un raccordo tra politica, società e intellettuali. Seppur in molti casi saranno segnate da esperienze brevissime, esse lasceranno, nella loro ansia di ricostruzione, la propria passione e «inquietudine ideologica», che caratterizzò soprattutto quelle riviste più o meno legate all’area culturale e politica azionista.
«Il Nuovo Risorgimento» diretto da Vittore Fiore apparteneva a questa categoria: visse un’esperienza brevissima, dal maggio 1944 al settembre 1945 e poi dall’aprile al maggio 1946, ma fu un inesauribile agitatore di temi, problemi e proposte, un perenne suscitatore di battaglie politiche e culturali.
Da questi elementi nasce l’interesse a studiare «Il Nuovo Risorgimento», considerando anche la scarsezza della storiografia sulle riviste di matrice azionista di quel periodo rispetto alla più ampia storiografia sul Partito d’Azione. Nonostante l’importanza e l’influenza che le riviste hanno avuto nel dibattito politico-culturale del dopoguerra, la storiografia su di esse si è limitata a pochi e sporadici saggi che da un lato ne hanno fatto scoprire il rilievo, ma dall’altro non le hanno fatte uscire dall’oblio in cui erano relegate.
La storiografia su «Il Nuovo Risorgimento», in particolare, presenta solo un saggio di Cosima Nassisi (1990) e delle note introduttive, scritte da Giovanni De Luna, Francesco Fistetti e Vito Antonio Leuzzi, in presentazione della ristampa anastatica del giornale (1995). Valutati questi elementi, diventa interessante un’ulteriore ricerca che abbracci tutti campi analizzati dal giornale, nel passaggio di una classe intellettuale all’interno di un progetto chiamato a studiare la società e lo Stato, ad intraprendere le battaglie per la democrazia, la Repubblica, l’Europa e il Mezzogiorno.
Relatore prof. Mario Toscano, anno accademico 2001/02, Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Scienze Politiche, tesi di laurea in storia dei movimenti e dei partiti politici.