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(voce di SopraPensiero)Il tema della morte in filosofia non è mai passato di moda; ma ultimamente sta conoscendo una nuova fioritura degli studi (è recentissima ad esempio la riedizione aggiornata del classico di Edgar Morin L’uomo e la morte). La morte come la fine di tutte le cose; come ciò che solo dà senso e compiutezza all’esistenza (e l’uomo come «essere per la morte»); come momento di passaggio a «vita migliore»; pensata, declinata, vissuta in tanti modi diversi nel corso della storia, essa trova tutti d’accordo su un punto specifico: come l’uomo è anche – ma non solo – un animale, per cui tutto ciò che fa è caratterizzato da una certa umanità, anche la morte non è scindibile dal modo in cui l’uomo la concepisce e ne fa esperienza. Per questo tutte le grandi narrazioni, tanto religiose quanto laiche, non possono evitare di farci i conti […]
Questo volume, appena edito da Marcianum Press, presenta il dialogo avvenuto in apertura del Convegno Internazionale dal titolo «Il morire tra ragione e fede: Universi che orientano le pratiche di aiuto», che ha visto contrapporsi (serenamente, ma senza esclusione di colpi) il filosofo Emanuele Severino e il cardinale Angelo Scola, accomunati dalla visione dell’eternità ma divisi sulla questione cruciale del suo fondamento: l’eternità è da ricercarsi nella resurrezione di Cristo, o piuttosto nella speculazione razionale sulla natura dell’Essere? Un bell’esempio di come si possa fare filosofia in maniera vivida e vivace, senza per forza impelagarsi in astrusità o in trattazioni lunghe interi tomi. Agli interventi degli oratori segue il dibattito tra i due, con la bella introduzione dei curatori, Ines Testoni e Giulio Goggi.
Emanuele Severino, Angelo Scola, Il morire tra ragione e fede, ed. Marcianum Press, 2014, pp. 100, 2014.