Il racconto Il manoscritto comparve in traduzione italiana in appendice al volume di Guerzoni Memorie di un disertore nel 1871. Non era stato concepito da Collins come racconto autonomo; fa parte infatti del romanzo Man and Wife, è il capitolo 59° dell’edizione originale inglese, pubblicato in Inghilterra nel 1870. La traduzione italiana del romanzo – con il titolo Marito e Moglie – fu invece pubblicata nel 1877. Rispetto a questa edizione il racconto Il Manoscritto è compreso nella seconda parte del capitolo 34°. La traduttrice Claudia Casoretti scelse evidentemente di anticipare questa pubblicazione perché particolarmente interessata all’attenzione che Collins riservava alla condizione della donna e alle restrizioni che era costretta a subire non solo dalle consuetudini e dalle tradizioni patriarcali ma persino da una legislazione matrimoniale estremamente penalizzante, soprattutto per quello che riguarda le leggi sulla proprietà per una donna sposata, nel Regno Unito e particolarmente in Irlanda e Scozia. Leggi che Collins si adoperò attivamente perché fossero modificate.
Le pagine del racconto compendiano in maniera esemplare cosa poteva succedere a una donna nell’ambito del matrimonio: dall’ostracismo della famiglia di origine, al disastro successivo portato poi in un vicolo cieco proprio dalle leggi che oggi non fatichiamo ovviamente a ritenere assurde ma che condizionarono nella realtà migliaia e migliaia di donne. Infatti Collins spiega nell’introduzione al romanzo Man and Wife di essersi basato su «fatti concreti e verificabili». La scelta della traduttrice di estrapolare questo racconto va forse ricercata proprio nella sua volontà di propugnatrice dei diritti della donna e come mezzo di sensibilizzazione sulla sua condizione; lei stessa tradusse alcuni anni dopo il romanzo completo – che nelle prossime settimane sarà disponibile anche nel progetto Manuzio – che ha però un taglio complessivo diverso e focalizza le sue tematiche, come vedremo, sulla «connessione tra lo sfrenato sviluppo delle attività fisiche e il diffondersi di una certa rozzezza e brutalità in alcune classi della popolazione inglese.» La scelta di Claudia Casoretti mi appare giustificata e la facciamo nostra dopo oltre 150 anni.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Mia confessione, da porsi nella mia bara, per esser sepolta con me, quando morrò.
Questa è la storia di ciò che feci durante il tempo che fui maritata. Qui – non conosciuta da nessuna creatura mortale, confessata soltanto al mio Creatore – sta la verità!
Allorchè sarò chiamata innanzi al trono del supremo Giudice, avrò questo scritto nella mia mano.
Oh, Giudice giusto e misericordioso! Tu sai quanto ho sofferto: mi confido in te!
Io sono la figlia maggiore di una numerosa famiglia, nata da parenti onesti e pii. Noi appartenevamo alla Congregazione dei Metodisti Primitivi.
Le mie sorelle si maritarono tutte prima di me e, per alcuni anni, rimasi sola in casa. Negli ultimi tempi, la salute di mia madre incominciò a deperire, ed io naturalmente dovetti prendere la direzione della casa. Il nostro pastore spirituale, il buon signore Bapchild, veniva spesso a desinare da noi la domenica, ed egli approvava il mio modo di condur la casa, e sopra tutto il mio modo di cucinare. Mia madre non era punto contenta di codesti elogi, e provava una certa gelosia che io avessi preso il suo posto: ecco come incominciai ad essere infelice in casa.
Scarica gratis: Il manoscritto di Wilkie Collins.