Podcast: Apple Podcasts | RSS
In questa nota degli Atti dell’Accademia Reale delle Scienze di Torino del 1904, il logico Giuseppe Peano parla del problema di avere nuovi lavori scientifici scritti in lingue nazionali non conosciute da tutti gli scienziati. Peano dice che le soluzioni di adottare solo una fra le lingue viventi o un loro numero limitato hanno fallito.
Peano cita anche la soluzione di adottare un latino semplificato e quella di adottare una lingua artificiale, e nota che le due soluzioni convergono dato che gran parte delle lingue artificiali sono basate su termini conosciuti internazionalmente e derivati dal latino. Peano nota che già Leibniz teorizzava una lingua razionale senza introdurre convenzioni grammaticali.
Peano mostra infine un esempio di testo in questo latino semplificato o “Latino sine flexione” che consiste in una favola cinese, e nota che c’è corrispondenza tra le parole in “latino sine flexione” e gli ideogrammi cinesi, in quanto il cinese è anch’esso una lingua senza flessioni.
Sinossi a cura di Michele De Russi
Dall’incipit dell’articolo:
È noto che fino a cento anni fa, circa, la lingua latina era la lingua internazionale nel campo scientifico. Scrivevano costantemente latino Leibniz, Newton, Eulero, i Bernoulli, e ancora Gauss, Jacobi, ecc. pubblicarono in latino le loro opere principali. Ma poi si cominciò a scrivere nelle lingue nazionali. Oggigiorno i lavori scientifici sono scritti nelle varie lingue neolatine, nelle differenti lingue germaniche, in più lingue slave, ecc. I giapponesi, che fino agli ultimi anni scrivevano inglese, ora stampano in giapponese. Così ricevo in questa lingua un lavoro del sig. Kaba sulle funzioni ellittiche (Atti dell’Accademia di Tōkyō, 17 gennaio 1903).
Questo stato di cose, che fu detto la nuova torre di Babele, non interessa molto i dilettanti di scienza. Essi possono limitarsi a leggere i libri nelle lingue che conoscono, aspettando la versione degli altri. Ma chi lavora al progresso della scienza si trova nell’alternativa o di dover studiare continuamente nuove lingue, ovvero di pubblicare ricerche già note.
È inutile spendere altre parole per descrivere questo male da tutti riconosciuto. Furono ad esso proposti varii rimedii, che qui esporrò rapidamente:
1° Quello dell’adozione, nei lavori scientifici, d’una sola lingua vivente. Ma non c’è probabilità d’accordo sulla scelta.
Scarica gratis: Il latino quale lingua ausiliare internazionale di Giuseppe Peano.