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(voce di SopraPensiero)
Questo romanzo, apparso per la prima volta a puntate sul Giornale di Sicilia, fu in seguito pubblicato in volume.
Dall’incipit del libro:
Noi prestiamo a tutti gli uomini quella profondità d’ideali e quella gravità di preoccupazioni morali che sono in realtà, e per fortuna, solamente l’appannaggio di alcuni rari e privilegiati esemplari d’umanità sedicente superiore. Noi crediamo che la maggior parte degli uomini d’una certa levatura intellettuale che incontriamo per via, al caffè, al teatro, non vadano a dormire senza essersi proposta, ogni sera, una lunga fila di punti interrogativi d’ordine sociale, religioso, morale, politico o sentimentale. Non possiamo ammettere che un uomo abbia l’orizzonte della sua vita chiuso in una collezione di francobolli o fra le pianticelle d’un erbario e ci sembra inverosimile che i grandi principii dell’ottantanove lascino perfettamente indifferente un uomo che s’appassiona invece a raccogliere monete fuori corso o autografi di uomini celebri ancora in corso. Amar la patria, la società, l’umanità ci sembra dovere e necessità d’ogni cuore portato a una funzione più nobile di quella di segnare il passo alla vita animale che cammina. C’è gente, invece, che ha limitato i suoi amori e li ha limitati intensificandoli. Ed è gente non sempre peggiore di quella che invece li moltiplica diminuendoli.
Aveva amato due cose al mondo, per esempio, Pierino Balla: sua madre e il valzer. Sua madre, la sua vecchia mamma vedova e sola, se ne rimaneva ormai laggiù raccomandata alla premura di qualche amico, nella sua casettina di Sorrento fra cielo e mare. Ma il valzer era sempre con lui, in lui, nel suo orecchio, su le sue labbra, nel suo cuore, nel suo cervello, nel suo passo che anche per via salterellava un poco come quello d’un tenore su un palcoscenico. Li amava tutti, li sapeva tutti: vecchi valzer spagnuoli suonanti di nàcchere e procaci d’anche formose sotto gli scialli ondeggianti, vecchi valzer francesi incipriati di leggiadria, valzer italiani bonarii e cordiali, giovani valzer viennesi tra melanconici e voluttuosi, tra spensierati e sentimentali, fatti di giravolte e di capriole ma pieni di chiaro di luna e tutti azzurri di riflessi danubiani.
Scarica gratis: Il «Damo viennese» di Lucio D’Ambra.