(voce di SopraPensiero)

 

«Chi pensa che da un mondo finito si possa trar fuori una crescita infinita, è uno stupido. O un economista» recita la nota boutade (che poi tanto comica non è; cioè, fa sorridere, sì, ma proprio perché sappiamo tutti quanto sia vera). Lo stesso potrebbe dirsi per il cervello e per le sue capacità: c’è oggi una certa neuroscienza che pretende di vedere all’orizzonte un’estensione pressoché infinita delle facoltà cerebrali dell’uomo, finanche – secondo l’auspicio di certa fantascienza degli ’80 (si pensi a Software di Rucker) – di smaterializzare le potenzialità del pensiero da quelle della materia corporale; dimenticando che «l’orizzonte», appunto, è quella linea che […] si allontana a mano a mano che ci si avvicina a essa.
Ma ciascuno è libero di credere nell’avvento di ciò che vuole; perché si tratti di scienza, tuttavia, è necessario che l’approccio sia diverso. E l’approccio scientifico alla questione è mirabilmente in azione nell’eccellente studio di Miguel Benasayag – filosofo, biologo e psicanalista di origine argentine che conduce le sue ricerche all’interno di una équipe internazionale di ricerca, a Parigi – dal titolo Il cervello aumentato. L’uomo diminuito (ed. Erickson, 2016), nel quale si spiega, «dati alla mano», quanto il modello di uomo quale «macchina pensante» (da potenziare a forza di «turbo» da innestare e stimolare qua e là) non solo sia radicalmente falso (e pertanto inapplicabile), ma quanto sia dannoso nello snaturare l’immagine che l’uomo ha di se stesso e delle proprie possibilità reali. Le quali affondano le proprie radici in una realtà e da essa – da cui traggono il proprio nutrimento – non possono venir recise senza pregiudizio. Se il tentativo di portare l’uomo oltre se stesso è destinato ad approdare alla sua disumanizzazione, non si può che biasimarlo: di diritto – in quanto l’idea è in se stessa abietta – e anche di fatto – poiché questa pretesa, nella storia, ha creato non già dei giganti, ma dei mostri.
Rivolto a tutti, non a un mero pubblico di specialisti, questo di Benasayag è un saggio di straordinaria attualità e importanza, oltre che di grande chiarezza, grazie all’ottima traduzione di Riccardo Mazzeo, che firma anche la Prefazione.


M. Benasayag, Il cervello aumentato, l’uomo diminuito, ed. Erickson, 2015. Prefazione e traduzione di Riccardo Mazzeo.

(da «Filosofia e nuovi sentieri»)

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.