Giovanni Vacca, matematico, come prima formazione, affascinato poi dagli studi sull’estremo oriente, entrò a far parte dell’Istituto Italiano per il Medio e l’Estremo Oriente fin dalla sua fondazione nell’anno 1933 e l’anno successivo scrisse questa lettura che tenne a marzo dell’anno successivo.

Vi è contenuta una chiara visione della Cina dell’epoca oltre che dei cenni storici essenziali per affacciarsi allo studio di questa enorme nazione che, negli ultimi cinquant’anni, ha mantenuto velocità di sviluppo e progresso tecnologico impensabili per qualunque nazione occidentale ma anche per qualunque altro paese che fino a trent’anni fa poteva essere considerato in via di sviluppo, India compresa.

Parte delle ragioni di questo eccezionale sviluppo si possono comprendere con la lettura di questo breve saggio che evidenzia come (nel momento in cui in Italia imperava il fascismo), la società cinese fosse ormai aperta e interessata alla comprensione della civiltà occidentale e la volesse guardare con occhi nuovi, di un impero che stava ancora attraversando una fase rivoluzionaria che lo portò alla costituzione della Repubblica Popolare ma che non aderì ciecamente, come osserva l’autore, all’ideologia marxista che in Russia sfociò nella Rivoluzione d’Ottobre ma percorse una strada tutta sua, condizionata dalla profonda unità e lealtà alla grande Cina imperiale che l’aveva preceduta.

Vacca poi in un discorso successivo di undici anni sulle origini della scienza, disponibile qui su Liber Liber, manifesterà qualche scetticismo ben motivato sulla possibilità che il metodo scientifico potesse avere una diffusione radicale nella cultura cinese ma, superato il terremoto della rivoluzione culturale degli anni sessanta e liberatisi di Mao, per morte sopraggiunta, i cinesi dimostrarono ampiamente ciò che lo stesso Vacca teorizzava a suo tempo: che l’intelligenza dell’umanità progredisce molto più lentamente della velocità con cui assimila informazioni tecnologiche e, appropriatisi dei concetti scientifici che abbiamo raggiunto negli ultimi cinquant’anni, hanno fatto esattamente quello che avrebbe fatto qualunque occidentale, li hanno sfruttati per migliorare le loro condizioni di vita e oggi siamo qui, neanche cent’anni dopo il discorso di Giovanni Vacca sugli ideali della Cina moderna a collaborare con i cinesi nello sviluppo di computer quantici e per il lancio di satelliti per gli scopi più svariati (militari compresi sich!), o per costruire avveniristiche automobili che dovrebbero aiutarci a contenere i danni del trasporto individuale arrecati al pianeta.

Sinossi a cura di Luca Alzetta

Dall’incipit del libro:

Ogni europeo che legge ogni giorno le notizie che ci giungono dalla Cina, in cui si parla di partito nazionalista, di repubblica cinese, di insurrezioni bolsceviche, di proclamazione di un impero manciù, è costretto a domandarsi: che cosa vogliono, che cosa pensano, a che aspirano i trecento o quattrocento milioni di uomini che oggi vivono in Cina?
Uno studioso europeo, anche se da qualche decennio studia la Cina, non può dare risposte precise a queste domande. Ma, se ha studiato, con pazienza, con simpatia, se si è persuaso che i Cinesi sono uomini come noi, che hanno le stesse nostre attitudini ad amare ed odiare, a ricordare e a dimenticare, può riuscire a dare un’idea delle aspirazioni, delle credenze e delle opinioni dei Cinesi d’oggi.
I meravigliosi progressi della scienza e della tecnica li avvicinano a noi, ogni giorno più. Essi cercano oggi di capire ciò che noi siamo. Essi saranno domani ciò che noi avremo voluto, amici degli amici, diffidenti o nemici di chi non li capisce o li fraintende.
Sono uomini come noi, che come noi vivono del loro passato e dal passato traggono esempi, modelli ed eccitamenti.

Scarica gratis: Ideali della Cina moderna di Giovanni Vacca.