Negli anni ’20 del secolo scorso il biofisico di origine russa Alexander Gavrilovich Gurwitsch insieme alla moglie biologa sperimentò in modo sistematico sulla possibilità che il “vivente” emettesse radiazioni “mitogenetiche” (cioè in grado di favorire la mitosi, quindi lo sviluppo).

Gli esperimenti venivano condotti su cipolle; una radice di queste veniva “esposta” verso il fusto di una seconda che ne riceveva beneficio rivelando una sensibile accelerazione della moltiplicazione cellulare. Gurwitsch ipotizzò che la causa fosse una radiazione elettromagnetica. Non vi fu mai conferma alcuna in nessuno dei numerosi laboratori che, negli anni ’30, cercarono di mettere in evidenza la presenza di una sia pur debolissima radiazione ultravioletta alla base del fenomeno.

I coniugi Gurwitsch comunque proseguirono nelle loro attività, dirigendo anche una clinica dove le terapie erano fondate sulle radiazioni mitogenetiche. Dopo la loro morte, la figlia Anna Gurwitsch curò la pubblicazione, nel 1959, di un testo, Die Mitogenische Strahlung, che compendiava protocolli di sperimentazione e ipotesi avanzate dai genitori. Ricerche di quel tipo erano frequenti in quegli anni: era ancora in vita Blondot che mai si arrese all’evidenza dell’errore nel quale era incorso con la “scoperta” dei raggi N, e in India Chandra Bose aveva addirittura ideato un apparecchio che poteva evidenziare le risposte delle piante a stimoli esterni.

In questo clima di fermento di ricerca scientifica Guido Cremonese espone in due testi in rapida successione, Radiazioni dalla materia vivente e loro fotografia e questo I raggi della vita fotografati, i risultati della sua verifica fotografica delle ipotesi di Gurwitsch ottenendo effettivamente, con un protocollo accurato e descritto in maniera esauriente, risultati sorprendenti. Cremonese intendeva utilizzare i suoi risultati ai fini diagnostici, poiché aveva appurato che i tumori maligni emettono radiazioni mitogenetiche mentre quelli benigni no.

Val la pena di aggiungere che questo filone di ricerca non si è in realtà mai interrotto e i tentativi di dimostrazione dell’esistenza di “biofotoni” sono proseguiti, a partire dalle esperienze fotografiche di Kirlian, alle conferme delle ipotesi di Gurwitsch fornite da Fritz Albert Popp, fino agli studi sui biofotoni condotti a Milano prima dal biologo Giocondo Protti e poi dal fisico Ugo Facchini, tutte attività meritevoli di approfondimento che questo breve spazio non ci consente.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Le scoperte della Fisica, in quest’ultimo trentennio, sono state di così grande importanza per le scienze tutte e per l’umanità, da far nascere spontaneo nei più il pensiero che, fra le cognizioni delle epoche precedenti e le nuovissime, si sia scavato come un abisso: e che nessun confronto possa essere stabilito fra conquiste nuove e scienza vecchia. Ma non è così.
Da oltre un secolo, alcune scoperte fortunate nel campo teorico – cito come esempi la pila elettrica che in principio apparve un giocattolo interessante; il microscopio, l’elettromagnete – permisero di gettare uno sguardo su ciò che pareva insondabile; e allora la tecnica incominciò a prendere il sopravvento sulla ricerca pura (oggi siamo arrivati alla esasperazione del fatto) e il possesso di nuovi strumenti perfezionati consentì a molti di fare nuove scoperte, che trassero seco nuovi strumenti, e così di seguito. E tanti sperimentatori che, senza lo strumentario, non avrebbero fatto alcunchè di importante, riuscirono a conquistarsi un posto fra le aquile del pensiero perchè la conquista – da qualsiasi causa prodotta – è sempre, per l’uomo, un passo innanzi nello spazio, ed in quella quinta dimensione che è privilegio di pochissimi.
Ma, da secoli, sempre, uno strumento più perfetto di ogni altro, unico, aveva guidato l’umanità alla conquista del fuoco sacro; il Genio, armato del proprio intuito, aveva preveduto e preconosciuto molte se non tutte le cose che oggi ci fanno orgogliosi della nostra epoca.
Mentre si affaccia al mondo la novella Televisione, non dimentichiamo che, da un secolo, Caselli l’aveva preconizzata e ne aveva tracciato le possibili linee di attuazione.

Scarica gratis: I raggi della vita fotografati di Guido Cremonese.