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(voce di Luca Grandelis)Pubblicato “Hypnerotomachia Poliphili e Roma : metodologie euristiche per lo studio del Rinascimento”, di Stefano Colonna, per i tipi della Gangemi Editore, con CDROM allegato.
Dalla quarta di copertina:
Fino ad ora sottovalutati perché difficilmente dimostrabili, in realtà gli scambi culturali tra gli artisti e i letterati hanno contribuito a caratterizzare l’originalità del Rinascimento italiano. Pinturicchio lavora al pavimento del Duomo di Siena e nella Libreria Piccolomini appaiono evidenti citazioni del Polifilo. Andrea Mantegna e Pomponio Leto, fondatore dell’Accademia Romana, sono compresenti nell’Accademia dei Vertunni di Brescia mentre Giovanni Bellini, che aveva una vigna a Roma dove venne ritrovato uno specchio antico, dipingeva il ritratto di Raffaele Zovenzoni autore dei celebri versi in onore di Francesco Colonna antiquario. Tra gli estimatori del Polifilo anche Jacopo Galli, il banchiere che comprò il Bacco, prima opera romana del giovane Michelangelo Buonarroti. Baldassarre Peruzzi riuscì a rifondare Carpi secondo l’immagine di una novella Roma usando i consigli e le direttive del colto Alberto III Pio allievo di Aldo Manuzio il vecchio, editore dell’Hypnerotomachia. Il pittore Amico Aspertini, come anche l’antiquario carmelitano Fabrizio Ferrarini, si ispirarono ai fregî antichi della città di Roma che furono valorizzati in modo esemplare dalle xilografie in stile egizio del Polifilo di Francesco Colonna romano signore di Palestrina.
[…]condussi un corso sulla Hypnerotomachia per i miei studenti della «Sapienza», ottenendo un grande interesse di ascolto […] uno dei miei studenti più illuminati, Stefano Colonna (lo stesso nome del padre di Francesco!) rimase affascinato dall’argomento e da allora (fino ad oggi e al presente libro) si è dedicato con fervida passione, con perizia, acutezza e infaticabile dedizione alle ricerche su Francesco Colonna romano, ricavando una serie di dati utili a comprendere gli ambienti in cui il Colonna doveva muoversi, i suoi rapporti, le sue fonti, i contatti e le contiguità con personalità come Martino Filetico, Giovanni Gioviano Pontano, Gentile Virginio Orsini, Giovanni Colonna e Evangelista Maddaleni di Capodiferro, i Barbarigo, Sisto Medici e molti altri […]
Maurizio Calvesi
[…]il potere enigmatico del Polifilo risiede in larga misura nell’intreccio tra editore, illustratore e autore, qui esplorato in un contesto che porta da Napoli a Venezia, su un arco di mezzo secolo fra il pontificato di Pio Secondo fino alla Roma dei Borgia. Stefano Colonna ci dimostra perché e come un libro pubblicato da un romano stabilito a Venezia possa esibire le caratteristiche di diverse regioni italiane, composto com’era da persone in movimento fra diverse realtà e diversi tempi […]In questo libro bello e grande su un altro libro bello e grande, il contributo di Stefano Colonna allo studio del Polifilo è molteplice, offrendoci un ampio apparato di fonti primarie, diverse chiavi di lettura, un ritratto di un esteso ambiente umanistico (e non solo) nell’Italia del Quattrocento e la certezza che tramite la scrittura, l’arte e la memoria, i fiori appassiti dell’antichità e del Rinascimento possano non solo tornare a vivere, ma persino produrre tanti nuovi frutti.
Ingrid D. Rowland
Note sull’autore
Stefano Colonna, professore aggregato di Storia dell’arte presso il Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo, Facoltà di Lettere e Filosofia, Sapienza Università di Roma.
Laureato con lode nel 1992 presso l’Università «La Sapienza» di Roma con Maurizio Calvesi, ha conseguito nel 1997 il dottorato di ricerca in Storia dell’Arte con Vera Fortunati all’Università degli Studi di Bologna e vinto nel 2011 il Concorso di Ricercatore alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma.
Dal 1993/94 ha svolto attività di ricerca scientifica e didattica presso il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università «La Sapienza»con Seminari di studî su «La cultura antiquaria a Roma intorno all’Hypnerotomachia» e su «Giulio Camillo e le arti figurative»; nel 1998/99 ha tenuto il primo corso di «Storia dell’Arte e Informatica» su «Gli strumenti della ricerca storico-artistica dalla tradizione all’innovazione» e nel 2000/2002 uno studio su «Storia dell’Arte e informatica. Arte e istituzioni a Roma dal medioevo al XX secolo». Ha approfondito il tema de «I Carracci e il classicismo romano» con Alessandro Zuccari e dal 2006/07 ha tenuto cicli di lezioni per il Corso di Laurea Specialistica in Studî Storico-Artistici su l’»Architettura del Rinascimento e l’Antico», su «Palladio e il Classicismo» (2007/08), su «Peruzzi e l’Antico» (2009/10) e nel 2011/12 su «Questioni di critica artistica e di museologia» per il Corso di Laurea Triennale.
Membro del Comitato Scientifico – con Maurizio Calvesi, Gennaro Savarese e Paolo Veneziani – del Convegno Internazionale di Studî tenutosi nel 1996 su «Roma nella svolta tra Quattro e Cinquecento», nel 2004 ne ha curato presso De Luca Editori d’Arte la stampa degli Atti presentati nel 2005 all’Accademia Nazionale dei Lincei.
Nel 1994 ha fondato la prima rivista telematica d’arte italiana «BTA – Bollettino Telematico dell’Arte» e nel 1995 ha promosso l’Associazione Culturale senza fini di lucro FESTINA LENTE Centro Internazionale di Ricerca Storico-Artistica vincitrice, nel 1999, con il progetto Roma Cento Immagini del Concorso del Comune di Roma. Redattore della rivista «Storia dell’Arte» ed autore, nel 2007, de «La Galleria dei Carracci in Palazzo Farnese a Roma. Eros, Anteros, Età dell’Oro» ROMA, Gangemi nonché di numerose pubblicazioni scientifiche, dal 2008 al 2011 è stato Responsabile della «Ricerca A»: «La cultura antiquaria a Roma da Flavio Biondo a Piranesi» del Premio Balzan 2008 «per le arti figurative dal 1700» assegnato a Maurizio Calvesi.