Un fiocco di neve addormentato su un pino torna ad essere goccia d’acqua a primavera e scopre il mondo guidata da Raggiolino, un sapiente e luminoso raggio di sole.

Il romanzo, diretto a un pubblico di giovanissimi, vuole essere un breve compendio di nozioni “naturalistiche” e soprattutto una lettura educativa e moralmente edificante. Guttuluccia scopre infatti di mano a mano, le stagioni, i colori dell’iride, la flora e la fauna, viene invitata in un alveare, partecipa a far girare un mulino e partecipa al lavoro in una fabbrica chimica. Ma soprattutto segue la vicenda di una giovane che rifiuta la vita di stenti e sacrificio dei contadini montani per recarsi a perseguire la carriera di cantante in città. Ovviamente questa è una vita di perdizione morale che la obbligherà a una dura espiazione fino alla redenzione.

Anche Guttuluccia, sedotta dalla vita dissoluta abbandona la saggia guida di Raggiolino; è condannata quindi a orribili traversie fino, a sua volta, a raggiungere la salvezza con il pentimento.

Testo oggi certamente quasi improponibile alla lettura di un ragazzo, ma indicativa testimonianza di una cultura scolastica dei primi decenni del ventesimo secolo intrisa dei valori più rudimentali e retorici del cattolicismo dell’epoca.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Così, nel dormiveglia, sentì un tepore dolce invaderle le membra: un tepore che le dava come il senso di una carezza morbida. Si sentiva ancora sonno, e perciò, non parendole vero di doversi già svegliare, teneva ancora gli occhi chiusi. Poi si stirò le membra indolenzite per il soverchio riposare, sbadigliò lungamente, ed aprì gli occhi.
Appena li ebbe aperti, vide vicino a sè un meraviglioso fanciullo biondo come l’oro, dal crine inanellato, bello come uno di quei puttini che nei dipinti di Raffaello si atteggiano in mille pose birichine sulle nubi del Paradiso. Il fanciullo era splendente di luce; non c’era da dubitare: era sceso dal Cielo.
Ed il biondo fanciullo la chiamò con una vocina soavissima, più armoniosa del gorgheggio di un usignuolo:
— Guttuluccia!…
Come fu lieto quel risveglio alla vita, dopo tre mesi di sonno?!…
Dopo tre mesi di sonno?… Ma chi mai aveva dormito per tre mesi di continuo?
Chi?!… Guttuluccia!…
E chi era mai Guttuluccia? E dove mai si trovava al momento del suo riveglio?
Guttuluccia era una goccia d’acqua e da 3 mesi riposava immobile sotto l’aspetto di un bel fiocco di neve.
La storia di Guttuluccia è breve. Vanescente ed incorporea come uno spirito, Guttuluccia, allo stato di vapore acqueo, vagava un giorno su, su, in alto, in alto, nei turchini alabastri del cielo.

Scarica gratis: Guttuluccia di Renzo Chiosso.