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(voce di SopraPensiero)
Dal gioco di parole («Fritto mistico. Dio ce ne scampi e calamaretti»; «Ho detto cuculo. Ma non sono balbuziente»; «Se son rose appassiranno») alla satira («Mi sta bene che un comico passi alla politica. Purché continui a farmi ridere»; «Coraggio, la vita non è come «Un posto al sole»: a un certo punto finisce»), dal sarcasmo («Cos’è che vi piace di più nella sigaretta: il catrame, la nicotina, o il monossido di carbonio?»; «Vorrei poterle esprimere la mia ammirazione. Se l’avessi»; «La sua presenza colpiva poco. Quando qualcuno diceva: «Erano tre o quattro», «o quattro» era lui») all’epitaffio («Morì come era vissuto: e cioè inutilmente»; «Ebbe una vita talmente normale che i posteri, commemorandolo, venivano colti da colpi di sonno»; «Sempre fedele a se stesso e alle proprie idee. Così morì da cretino»), dalla boutade («Nella vita bisogna provare tutto per riuscire a trovare qualcosa che funzioni»; «Era così brutta che non basta ipotizzare fosse rimasta vittima di un incidente. Ma che l’avessero rimontata al buio»; «Lei mi prende per qualcuno che non sono. Non so come ringraziarla»; «Non sa dove sbattere la testa. Almeno aiutatelo a trovare uno spigolo»; «Io lo so dove andremo a finire. Ma non lo dico, se no mi fregano il parcheggio») all’aforisma vero e proprio («È difficile aver fiducia in se stessi, conoscendosi a fondo»; «Sarebbe bello essere ricordati non per quello che siamo stati. Ma per quello che avremmo potuto essere»; «Bisogna rispettare le minoranze. Anche perché, gira che ti rigira, siamo noi»): «Duecento42 aforismi circa» (come recita il sottotitolo; «circa», giustamente, ché un paio di essi si ripete) che Enrico Vaime raccoglie in maniera asistematica, felicemente casuale, nell’altalenarsi dei temi e degli stili che restituisce la spontaneità e l’immediatezza dello sketch radiofonico. Un libro da leggere un paio di pagine a sera, come invita a fare Neri Marcorè nella sua bella Prefazione; o forse, ancora meglio, tutto d’un fiato, intervallando la risata di getto a quella a denti stretti, entrambe unite dal momento – perché arriva anche quello – della riflessione necessaria, a libro richiuso, con il dito in mezzo alle pagine […] per ricordare a te, caro lettore, che sei unico. E con una gran voglia di ricordarlo al tuo migliore amico, che chiamerai apposta per dirgli: «Come te non c’è nessuno! Chi l’ha detto che non ci sono più le buone notizie?»
Enrico Vaime (Perugia 1936) è uno dei padri del varietà televisivo e teatrale italiano. Conduttore dal 1978 del programma radiofonico Black Out (Radio 2 RAI), ha al suo attivo numerosi libri, dal primo fortunatissimo Amare significa […] Storia d’amore all’italiana, con Italo Terzoli, ai bestseller più recenti, come Quando la rucola non c’era, Cin cin, Il meglio è passato.
E. Vaime, Gli amori finiscono non preoccupatevi, ed. Aliberti, 2015, euro 10, pagg. 250 formato quadrato tascabile. Con la Prefazione di Neri Marcorè.