(voce di SopraPensiero)

  Pubblicato alla fine del 1914 e scritto nel settembre dello stesso anno, questo dialogo esprime tutte le palpitazioni dell’autore sul tema bellico. Il “Belligero” e l’“Umanitario” espongono i propri punti di vista, rappresentando quelle che in quel momento storico erano, in Italia – ancora neutrale – le contese fra le fazioni interventiste e neutraliste. Farinelli, romantico e idealista, si intravede sostenitore delle posizioni dell’“Umanitario” anche se concede l’ultima parola al “Belligero”, lasciando intuire la fatalità del periodo tragico che comunque incombeva.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Belligero. – Ti vedo pieno d’angoscia e di tristezza, e affliggi me stesso con quel volermi fuggire per ogni verso e ritirarti in disparte e trarre sospiri e spremere lagrime come un candidato della morte. So bene che non c’intendiamo, che per decreto di natura i tuoi pensieri sempre si oppongono ai miei. Quand’io vedo bianco, tu vedi irrimediabilmente nero. Quando io esulto, tu ti struggi di dolore. Eppure una forza arcana ci stringe. Le dispute, le lotte, il perpetuo nostro contrastare, tutto si scioglie e passa; l’amicizia rimane. O vaneggio io forse? Pieghi il capo. La parola si è spenta in te. Temo che un cancro ti roda e ti consumi; il cancro della riflessione. Questo meditare assorto è veleno alla vita. I tempi nuovi ci chiamano all’azione. Agire bisogna. Il mondo si è scosso dal suo letargo; e corre a flutti, impetuoso, bollente il sangue nelle vene e nei polsi di tutti i popoli; i milioni vestono armi ormai e combattono da prodi; il cannone rugge. Perchè rimanga io qui fisso non so; un gran bruciore è in me, una gran voglia di menar le mani. Chi non ha un nemico da affrontare e da atterrare non ha il diritto all’ora che suona di chiamarsi uomo. Maledetto il medico, che, per non so quale dilatazione scoperta ad un polmone, mi tolse alla pugna e alla guerra. Mi sapresti fremente, col brando sollevato, dove più rosseggia il campo del sangue degli eroi, tra rombi di tuono e scroscio di fulmine e grandinare di palle e di granate. Innanzi, o compagni! Le procelle stridono; sulla terra convulsa calano le tenebre; ma sorgerà fulgido di nuova luce il sole; e giustizia ai popoli sarà fatta.

Scarica gratis: Giusta guerra o atroce demenza? di Arturo Farinelli.