Gente furba

Traduzione dalle fiabe dei fratelli Grimm

di
Antonio Gramsci

tempo di lettura: 5 minuti


Un giorno un contadino prese il suo rozzo bastone dall’angolo e disse a sua moglie: «Caterina, me ne vado in giro e tornerò fra tre giorni. Se nel frattempo il mercante di bestiame passa di qui e vuol comprare le nostre tre vacche gliele puoi vendere; ma solo per duecento scudi, non per meno, hai capito?».
«Va’ pure in nome di Dio – rispose la donna, – farò come dici».
«Sì, sì tu! – disse il marito, – da bambina sei caduta sulla testa, e si vede ancora. Ma bada che se farai delle sciocchezze ti farò le spalle blu e senza adoperare colori, solo col bastone che ho in mano, e il colore durerà un anno intero, puoi stare tranquilla».
E se ne andò.
Il giorno dopo venne il mercante e la donna non ebbe bisogno di sprecare molte parole. Appena egli ebbe esaminato le mucche e seppe il prezzo, disse: «Lo pago volentieri, è un prezzo da fratelli. Porterò via tutte le bestie insieme». Le sciolse dalle catene e le spinse fuori della stalla. Ma quando stava per uscire dalla porta del cortile, la donna lo prese per le spalle e disse: «Dovete darmi prima i duecento scudi, altrimenti non vi lascio andare».
«È giusto – rispose l’uomo – solo che ho dimenticato di prendere la borsa. Ma non preoccupatevi, avete la sicurezza che pagherò. Prenderò solo due mucche e vi lascio la terza, così avrete un buon pegno».
Alla donna l’affare parve buono; lasciò partire il mercante con le sue mucche e pensò: «Come sarà contento Gianni quando vedrà che ho concluso l’affare così astutamente».
Il contadino, come aveva detto, tornò a casa dopo tre giorni e domandò subito se le mucche erano state vendute.
«Certamente, caro Gianni – rispose la moglie, – e per duecento scudi come tu hai detto. Esse li valgono appena, ma il mercante le ha prese senza contestare».
«Dov’è il denaro?», domandò il contadino.
«Il denaro non l’ho – rispose la moglie, – egli aveva appunto dimenticato la borsa, ma lo porterà subito, e mi ha lasciato un buon pegno».
«Che pegno?», domandò il marito.
«Una delle tre mucche, che non prenderà se prima non avrà pagato le altre. Ho condotto bene l’affare e ho tenuto la più piccola che mangia di meno».
Il marito montò in collera, levò il bastone e voleva darle il colore promesso. Ma d’un tratto lo lasciò ricadere e disse: «Tu sei la più stupida delle oche che cammina barcollando sulla superficie della terra, ma mi fai compassione. Voglio andar sulla strada principale e aspettare per tre giorni, forse troverò qualcuno che sia ancora più balordo di te. Se mi riesce, sarai salva, ma se non lo trovo dovrai ricevere il tuo salario ben meritato e senza riduzione».
Se ne andò sulla strada principale, si sedette su una pietra e aspettò le cose che dovevano venire. Finalmente vide avanzarsi un carro sul quale una donna stava ritta nel mezzo invece di sedere sul fascio di paglia, o di andare vicino ai buoi per guidarli.
L’uomo pensò: «Eccone una di quelle che cerco», saltò su e corse di qua e di là dinanzi al carro come uno che ha perduto il cervello.
«Che cosa desiderate, compare? – gli chiese la donna. – Non vi conosco. Di dove venite?».
«Sono caduto dal cielo – rispose l’uomo, – e non so come ritornarci, non mi ci potete ricondurre col vostro carro?».
«No – disse la donna, – non conosco la strada. Ma, se venite dal cielo, potete dirmi come sta mio marito che è là già da tre anni; l’avrete visto certamente!».
«Certo che l’ho visto, ma non a tutti la va bene. Egli custodisce le pecore e le care bestie lo fanno ammattire; saltano sulle montagne e si perdono nella foresta e lui deve corrergli dietro e ricomporre il gregge. Tra poco gli abiti, che ha stracciati, gli cadranno di dosso. Lassù non ci sono sarti perché, come racconta la novella, San Pietro non li lascia entrare».
«Chi lo avrebbe immaginato! – gridò la donna. – Ma sapete cosa farò? Prenderò il suo abito della domenica che è ancora in casa appeso all’armadio e che potrà indossare lassù con onore. Siate gentile e portateglielo voi».
«Non è possibile – rispose il contadino, – in cielo non è permesso portare vestiti, alla porta li sequestrano».
«Sentite – disse la donna, – ieri ho venduto il mio grano e ho ricevuto un discreto gruzzolo, glielo voglio mandare. Se vi metterete la borsa in tasca, nessuno se ne accorgerà».
«Certo – rispose il contadino, – questo piacere ve lo farò volentieri».
«Restate qui – disse la donna, – andrò a casa, prenderò la borsa e sarò di ritorno fra poco. Non mi siedo sul fascio di paglia e sto in piedi sul carro perché le bestie siano più leggere».
Stimolò i buoi e il contadino pensò: «Essa è proprio stupida e porterà davvero il denaro; mia moglie può dirsi fortunata perché in questo caso non riceverà nemmeno un colpo».
Non passò molto tempo che la donna tornò di corsa con la borsa che lei stessa gli mise in tasca; e prima di andar via lo ringraziò ancora mille volte per la sua gentilezza.

Fine.


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QUESTO E-BOOK:

TITOLO: Gente furba
AUTORE: Antonio Gramsci
CURATORI: Fubini, Elsa e Paulesu, Mimma

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet:
https://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

TRATTO DA: Favole di liberta / Antonio Gramsci ; a cura di Elsa Fubini e Mimma Paulesu ; introduzione di Carlo Muscetta. - Firenze : Vallecchi, 1980. - XXXIII, 164 p. ; 22 cm.

SOGGETTO:
JUV038000 FICTION PER RAGAZZI / Brevi Racconti
JUV012030 FICTION PER RAGAZZI / Fiabe e Folclore / Generale