(voce di SopraPensiero)

Pubblicati Gatterìa e La massaria di Nino Savarese.

Dall’incipit del libro (La massaria):

Il feudo comincia allorchè ogni aspetto della terra divisa e variamente coltivata finisce: allorchè ogni strada buona scompare, e non si vedono più piccole case di campagna, circondate d’alberi e di piacevolezze. Allora tu entri nell’aria del grande feudo. E senti che ti allontani nel tempo, come ti è forza allontanarti nello spazio.
Ci vogliono ore ed ore di cavallo per raggiungere il feudo: e a mano a mano, il mondo ti si muta intorno: il ronzio della grande solitudine ti fascia le orecchie, ed ogni ricordo dell’epoca in cui vivi ti sembra si affievolisca.
Terra, e terra, solitaria e spoglia; di un solo colore, coperta da una sola seminagione, grano o fave, e montagne intere lasciate a pascolo ricce e fiorite: enormi mammelle su cui si attaccano a muso radente le gregge immense.
Il feudatario usciva dal paese per raggiungere le sue terre lontane, come un guerriero. Cavalcava, col fucile appoggiato alla groppa della sella, alla testa di alcuni subalterni pure essi armati, di cui l’ultimo era il «famiglio», l’antico famulus, il quale, se il padrone era cacciatore, portava, insieme con la parte più eletta delle cibarie, i furetti nelle custodie di legno bucherellato, le reti, le munizioni.