Giuseppe Guerzoni, contemporaneo e seguace di Garibaldi, scrisse una delle biografie più importanti e influenti sull’Eroe dei Due Mondi. Conobbe Garibaldi prima del 1859, e lo seguì da vicino, come suo ufficiale, poi come segretario ed uomo di fiducia, fino alla morte.

Tanto che in questa biografia si trova costretto spesso a parlare di se stesso in terza persona. Questa monumentale biografia, documentata e dettagliata, spicca fra le opere storiche e letterarie di Guerzoni, in generale poco considerate dalla critica. Benedetto Croce, nel sesto volume della sua Letteratura della Nuova Italia la loda:

«… un libro assai nobile e serio è quello che scrisse intorno a lui Giuseppe Guerzoni, che era stato dei suoi ufficiali, ma aveva serbato l’indipendenza del giudizio politico, e dié un primo e particolareggiato racconto della vita e dell’azione di questo cavaliere errante della giustizia e della libertà, semplice, diritto, pronto sempre a piegare ogni pensiero e ogni personale propensione all’ideale al quale si era legato sin dalla prima giovinezza. Il Guerzoni interpreta assai bene l’anima ingenua insieme e sagace di colui che era stato il suo generale.»

L’opera è divisa in due volumi: il primo racconta la giovinezza di Garibaldi e le sue avventure sudamericane, con il matrimonio con Anita, il suo coinvolgimento nella Giovine Italia e il rientro in Italia nel 1848: la difesa di Roma e la fuga al momento del crollo della Repubblica Romana, con la morte di Anita, e giunge fino alla vigilia della seconda guerra d’indipendenza.

Il secondo volume segue Garibaldi dalla II guerra d’indipendenza, all’impresa dei Mille del 1860, al tentativo di marciare su Roma del 1862, interrotto dall’esercito italiano sull’Aspromonte, alla terza guerra d’indipendenza del 1866, in cui Garibaldi aveva ottenuto le sole vittorie italiane, cominciando l’occupazione del Trentino, quando la firma dell’armistizio lo costrinse a rientrare nelle vecchie frontiere. Garibaldi rimase sorvegliato speciale da parte del Governo italiano, che temeva – giustamente – le sue iniziative rivoluzionarie che lo avrebbero messo in imbarazzo verso l’ex alleato francese, che aveva assunto il patrocinio del papato. Nel 1867 deve effettuare una vera e propria evasione da Caprera per recarsi ai confini del Lazio e comandare la campagna di occupazione del Lazio che sarebbe poi finita in maniera sfortunata a Mentana, in uno scontro con l’esercito francese.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

Amai Garibaldi con affetto di figlio e fedeltà di soldato: lo seguii nelle sue imprese da Varese a Milazzo, dal Volturno a Condino, da Aspromonte a Mentana; vissi con lui in Caprera circa nove mesi nella dolce intimità della vita domestica, ed ebbi l’immeritata fortuna di accompagnarlo nel suo gran Trionfo d’Inghilterra; fui sovente il depositario e l’interpetre de’ suoi più nascosi pensieri, e, onore anche più grande, non mi fu negato di fargli sentire, talvolta, i consigli di quella che a me pareva la Verità; subii, come tutti coloro che l’accostarono, il fascino della sua eroica bellezza; piegai, come i più, all’impero della sua grande anima dittatoria, ma, liber’uomo in faccia al Liberatore, ne sostenni i fulgori, e seppi scorgerne le ombre; e spero che tutte queste ragioni mi giustificheranno presso ogni discreto lettore dell’audacia di scriverne la vita.
«Una delle mille!» esclamerà qualche frettoloso. Pur troppo! Anzi fra pochi giorni si potrà soggiungere: una delle migliaia! E in verità se non avessi dovuto ripensare ad altro che a quanto fu scritto in passato e si scriverà ancora in avvenire, nei secoli più lontani, intorno a Garibaldi, la tentazione di presentarmi anch’io a questo universale torneo di penne, non mi sarebbe passata pel capo. Soltanto non bisogna dimenticarsi che se la bibliografia di Garibaldi è già grande, e sarà tra poco immensa, Garibaldi lo è ancora più.

Scarica gratis: Garibaldi, Volume primo e Volume secondo di Giuseppe Guerzoni.