Mostrare la santità e la felicità dell’amore tranquillo e legittimo fondato sulla religione della famiglia, di fronte alla passione fallace nata dall’esaltazione dei sensi e della fantasia, e nello stesso tempo cercare di renderci odiosa la bellezza e simpatiche le persone d’aspetto comune, e magari volgare, in grazia delle loro qualità morali, questo è lo scopo del libro.

Scopo pio e generoso, non c’ è che dire. I personaggi che vengono in scena sono scelti espressamente per questo. Quanto alla forma di questo racconto, ci pare un po’ saltellante e indeciso, un po’ tra il vecchio e il nuovo, ma il colorito dello stile è smagliante, e lo studio psicologico finissimo; c’è del misticismo quanto se ne vuole; ma sopra tutto c’è la maestria dell’A. che vi fa leggere anche ciò che non approvate.

Sinossi tratta da “LA RASSEGNA SETTIMANALE di Politica, Scienze, Lettere Ed Arti.
Vol. 2°. Firenze, 1° Settembre 1878. N° 9.

Dall’incipit del libro:

Si chiama Riccardo, come parecchi eroi da poema epico e da romanzo sentimentale, e molte signore maritate autorevolissime dicono che il suo aspetto conviene mirabilmente al suo nome stante che, salvo il nodo della cravatta e qualche altro accessorio indispensabile all’abbigliamento delle moderne divinità, egli rammenta in tutto l’Apollo del Belvedere.
La sua statura è alta senza essere lunga, il suo corpo snello e dritto senza essere smilzo, il viso pallido, ma non scolorito; aggiungete due [8] grandi occhi neri tagliati a mandorla, una selva di capelli neri tagliati alla Nazzarena, i calzoni e il panciotto tagliati all’ultima moda, e avrete il fascino, il suo fascino, quello che lo rende irresistibile.
Pur qualche cosa non corrisponde al classicismo del rimanente; per esempio, il naso pochissimo greco e molto gallico, vale a dire rivolto all’insù, come per mettersi in salvo dalla bocca che lo minaccia; ma questi difetti sono meravigliosamente corretti da due baffi a punta che basterebbero essi soli da assicurare il trionfo d’un angolo facciale.
Lo splendido edifizio ha poi una fortuna corrispondente ai suoi meriti, quella d’essere il domicilio legale d’una grand’anima. Dico legale per amor di precisione, perchè si sa che le grandi anime hanno il vero domicilio nel cielo: il nostro Riccardo ha infatti i suoi momenti di negro umore, nei quali sembra indovinare indistintamente la propria natura celestiale, e considerare in buona fede le sue forme apollinee come il carcere duro d’uno spirito eletto.

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