(voce di SopraPensiero)
Oggi ci è arrivata la telefonata del quotidiano Repubblica che voleva proporci un redazionale pubblicitario (a pagamento) per il “5 per mille”.
La legge parla chiaro: è vietato utilizzare i soldi del “5 per mille” per le campagne pubblicitarie. I soldi devono essere utilizzati solo per fini socialmente utili.
Eppure aggirare la legge è piuttosto facile, è sufficiente dire che i soldi spesi per acquistare lo spazio pubblicitario non provengono dal “5 per mille”, ma da altre fonti. Se si rimane sotto una certa soglia di bilancio, il trucchetto è alla portata anche del più sprovveduto dei commercialisti. E infatti in questo periodo è un dilagare di cartelloni pubblicitari, inserzioni sui giornali e perfino costosissimi spot TV.
Chiariamoci: incoraggiare le donazioni di per sé non è sbagliato, se lo si fa attraverso canali gratuiti o comunque dal costo ragionevole. Quello cui assistiamo oggi, tuttavia, è un circolo vizioso, che fa sì che il “5 per mille” non vada a rafforzare le associazioni più meritorie, ma ad arricchire quelle più spregiudicate, che spendono molti soldi in pubblicità. Non si possono non notare alcune campagne TV, martellanti e milionarie.
Non sarebbe più corretto, più semplice e più trasparente, vietare ogni campagna pubblicitaria del “5 per mille” che abbia un costo ad esempio superiore ai 1.000 euro, con buona pace di spot TV e cartelloni pubblicitari giganti (che per di più deturpano le città)?
In attesa che qualche legislatore provveda, un suggerimento e un appello.
Il suggerimento: non donate il vostro “5 per mille” a chi si fa pubblicità in televisione, su cartelli stradali e attraverso altri mezzi costosi. Altrimenti la vostra donazione finirà per alimentare uno sterile giro di soldi.
L’appello a giornali, TV, circuiti pubblicitari: non accettate inserzioni di chi raccoglie il “5 per mille”.
Fate girare, per favore.