(voce di Luca Grandelis)

Un buon libro di filosofia può venir dato alle stampe anche da un autore esordiente, per una piccola casa editrice: è il fortunato caso di Ilaria Boeddu, che pubblica Nelson Goodman. Uno sguardo analitico sull’arte contemporanea (ed. Dell’Orso, 2009), realizzato con il contributo dei fondi del MIUR e dell’Università di Genova. Al centro della cui riflessione troviamo l’estetica di Nelson Goodman – filosofo della tradizione analitica – che l’autrice spinge in due direzioni: nell’approfondimento della concezione dell’opera d’arte (resa ulteriormente problematica dall’avvento delle più recenti tecnologie digitali e multimediali) e nell’utilizzo dell’estetica in sede epistemologica ed ontologica (operazione cardine del costruttivismo di Goodman).
L’esposizione è molto lineare e tocca i sistemi simbolici e i rapporti tra i mondi e i linguaggi, il «fare mondi» (espressione che in inglese dà il titolo alla più celebre delle opere di Goodman – Ways of Worldmaking – tradotta in italiano con il titolo di Vedere e costruire il mondo) e l’inesistenza delle cose in sé. Boeddu risponde alle obiezioni mosse al costruttivismo e valuta le proposte del filosofo con equilibrio, sapendo prenderne le distanze al momento opportuno, riuscendo a condurre il lettore verso le più interessanti concezioni di Goodman, quali l’arte come forma di conoscenza e lo sfatamento del «mito dell’occhio innocente». Ne emerge una proposta teoretica feconda e realistica (molto più di un certo sedicente realismo), radicale fino al provocatorio e in grado di affermare che «la natura è un prodotto dell’arte e del discorso».
L’autrice ha le idee chiare circa i temi trattati, conosce bene la bibliografia di riferimento (in italiano, inglese e francese) e sa essere anche spiritosa (nel titolare un paragrafo sulla situazione storico-critica dell’opera d’arte «lo stato dell’arte»). Erudito senza essere pedante, questo libro è consigliato senza meno a chiunque sia interessato al tema, ma anche a chi intenda cimentarsi per la prima volta con il pensiero di Nelson Goodman.


I. Boeddu, Nelson Goodman. Uno sguardo analitico sull’arte contemporanea, ed. Dell’Orso, 2009, pp. 150, euro 16.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.