Intervista al regista, attore e autore, dalla rilettura delle Voci di De Filippo alla commedia ispirata ad Harold Pinter alla EDM Factory “Eduardo De Filippo non ha una base nelle mie opere, ma è la base del mio essere creativo. Con il teatro di Eduardo ho scoperto e affrontato la necessità di raccontare storie, ma storie mie, quindi il grande peso di questa enorme figura artistica immortale è quello di avermi reso l’artefice delle storie che ho da raccontare e mi ha portato a diventare anche autore sia di opere teatrali che cinematografiche”. Sono le parole di Emiliano De Martino, attore e regista campano, conosciuto al grande pubblico per aver lavorato con registi del calibro di Ettore Scola, Giovanni Veronesi e Silvio Muccino, mentre in Tv è stato Alfonso Vitale nel cast della soap opera Un posto al sole e ha preso parte ai due film realizzati per il cinquantenario della serie poliziesca televisiva tedesca Tatort. Trai suoi lavori alla regia Solo cento volte nel 2015, 40 mq del 2017, Mamma Napoli Mood del 2019, Voci del 2021 e il più recente M.E.S. (Menzogne Estremamente Sincere). A lui Pagina Tre dedica un’approfondita intervista, spaziando dalla non facile eredità del teatro di De Filippo sugli autori delle nuove generazioni alla Rassegna teatrale che include una trilogia di spettacoli dedicati ad Anna Magnani e Pier Paolo Pasolini che andrà in scena il 2-3-4 maggio al Teatro Portaportese di Roma. Dopo Mamma Napoli Mood, uno spettacolo in bilico tra commedia e tragedia, l’anno scorso hai portato in scena un riadattamento dell’opera di De Filippo, Le voci di dentro, trasferendo la vicenda originaria nella periferia romana degli anni’70, con richiami a Pasolini. Come è nata l’ispirazione per questo riadattamento e quanto è attuale secondo te ancora oggi la sua visione? “Voci è un’operazione teatrale molto ambiziosa e anche molto spregiudicata a detta di alcuni. Beh, sì, lo è, ne sono consapevole, ma il mio obiettivo non era e non sarà mai quello di dimostrare cosa o come si può fare una regia di un testo che è patrimonio del teatro, ma l’obiettivo primario è sempre quello di rendere attuali e contestualizzare quelle parole come nel caso de Le voci di dentro ad atmosfere del tutto diverse e inaspettate come il mood della strada e di epoca diversa da quella originaria, ambientando il tutto in una palazzina di periferia nella Roma degli anni ‘70, meglio identificata come epoca pasoliniana. Ho voluto miscelare la poesia di Eduardo e la sfrontatezza di Pasolini e devo dire che questo connubio mi ha reso molto orgoglioso, mi ha aperto la mente per raccontare altre storie, infatti stiamo allestendo tre nuove produzioni in scena al teatro Portaportese di Roma il 2, 3 e 4 maggio prossimi alle 21. Questi i titoli: Profumo di periferia, Sotto Roma l’inferno e Io so’ la Lupa. Si tratta di una trilogia racchiusa in una mini-rassegna su Pier Paolo Pasolini ed Anna Magnani dal titolo Roma tatuata”. Veniamo allo spettacolo che stai portando in tournée, intitolato Menzogne Estremamente Sincere (M.E.S.) e ispirato a L’amante di Harold Pinter. In questa commedia Pinter racconta di una coppia apparentemente normale che di nascosto riesce a mantenere viva l’attrazione reciproca solamente cambiando la propria identità. In M.E.S. tu hai sdoppiato la coppia di Pinter, creandone appunto due, completamente diverse, una “tradizionalista” e chiusa e una più “aperta”. A quale delle due il pubblico dimostra maggiore simpatia secondo te? “M.E.S. nasce come sempre per i miei testi da un’esigenza di raccontare in maniera profonda, multilivello, scanzonata, ciò che di apparente c’è in un rapporto di coppia dove si tralasciano spesso i motivi per cui si agisce in un determinato modo e ci si concentra solo e semplicemente su ciò che si è fatto o non si è fatto all’interno della propria sfera intima e di coppia. Io, come noto dopo ogni replica e come speravo in fase di scrittura e di costruzione dello spettacolo, vedo che il pubblico si divide e si unisce al tempo stesso, sull’una o sull’altra coppia dando però valore e fondamento a ciò che le due coppie insieme raccontano, perché il mix delle due coppie è ciò che un rapporto vero e sincero, anzi ‘estremamente’ sincero, dovrebbe avere al suo interno. Ognuno si appiglia a ciò che di vero ha nella sua sfera privata, ovviamente non tutti sono disposti e liberi di esprimere la propria appartenenza o il desiderio di essere come la coppia cosiddetta ‘aperta’ e molto spesso si nascondono dietro la preferenza della coppia ‘tradizionalista’ proprio coloro che non desiderano altro che uscire da quel limbo che li ingloba”. Puoi raccontarci qualcosa sulla tua Accademia Artistica EDM Factory e sulla casa di produzione EDM Produzione e Distribuzione? “La mia Accademia EDM Factory è per me un grande orgoglio ed è solo una costola della EDM Produzioni, sono anni che ci lavoro per portare questa accademia artistica a diventare un vero e proprio polo creativo e di crescita o nascita per tanti artisti consapevoli o inconsapevoli delle proprie carte. Da settembre 2021 ha finalmente la sua casa, la EDM House, un centro polifunzionale formato da due sale dove si svolgono diverse attività. Oltre ad essere la sede dell’accademia EDM Factory, è anche sala prove, teatro di posa per allestimenti cinematografici, sala casting e sala shooting e si trova a Roma in via Alessandro Luzio 26. L’ingresso nei vari corsi di formazione è a numero chiuso, previo colloquio conoscitivo gratuito e Open day per i nuovi aspiranti membri, non abbiamo un numero definito, ma abbiamo delle esigenze di sviluppare un programma ben specifico e quindi selezioniamo molto accuratamente i vari membri dei vari gruppi di lavoro”. C’è una scuola di recitazione e/o un metodo a cui ti sei ispirato? “Tutte le scuole che ho frequentato sono importanti e hanno un grande peso su ciò che io oggi cerco di trasmettere e nel modo in cui vado a formare l’artista. Come scuola intendo anche il mio percorso fatto di desideri trasformati in obiettivi e la gavetta che è necessaria per formare la base di una persona oltre che quella di un’artista, perché alla base di una riuscita o successo lavorativo ci deve essere una base umana formata e strutturata in maniera tale da saper prendere colpi e usarli per reagire e migliorarsi e non lasciarsi abbattere dalle difficoltà”. Non si può non aggiungere un commento alla tua opera prima cinematografica, dedicato al tema della disabilità, intitolata Antonio che si è appena aggiudicata il premio Sezze Film Festival, quale Miglior opera prima, lo scorso 4 aprile. Si tratta di un cortometraggio che sta viaggiando in distribuzione festivaliera e che a breve abbinerai a M.E.S. in un evento che include anche un incontro diretto con il pubblico. “Antonio è il mio gioiello in assoluto essendo anche la mia prima regia audiovisiva e ne sono orgoglioso sia per la realizzazione che per il percorso che sta facendo per i vari festival. Siamo partiti dalla mostra di Venezia e stiamo raccogliendo consensi inaspettati e nemmeno sperati a dire il vero… Stiamo iniziando con la EMY Production la stesura del film (questa volta un lungometraggio) dato che per ora lo abbiamo proposto come docu – film di soli 30 minuti e proprio per questa sua forma agevole spesso lo propongo come evento speciale all’interno della tournée in corso dello spettacolo M.E.S. (Menzogne Estremamente Sincere), come è successo già in Sicilia e Marsciano (Pg) il 15 aprile scorso dove alla visone di “Antonio” è seguito il dibattito con parte del cast e con me insieme al pubblico presente”. Anna Cavallo Cover: Emiliano De Martino e Valentina Proietto Scipioni – photocredit Alessia Spagna
|
|