(voce di SopraPensiero)

Per secoli l’uomo ha conservato l’idea baconiana che la natura andasse combattuta, sfruttata, sottomessa. Figlia dell’antica interpretazione biblica per la quale l’uomo ne sarebbe il padrone assoluto, questa impostazione antropocentrica è stata mantenuta perfino dalle più recenti teorie ecologiste, per le quali la natura andrebbe, sì, sfruttata, ma in maniera «sostenibile». E se invece cominciassimo a pensare alla Terra non più come a una mera fornitrice di risorse d’ogni tipo, ma come qualcosa con cui avere una relazione «alla pari»? Se leggessimo le sue esigenze come istanze poste all’uomo nell’ambito di questa relazione? È forse da pazzi immaginare che la Terra possa «parlare» all’uomo […] o non lo è di più ignorarne il richiamo, mentre ci spingiamo a passi serrati verso la catastrofe ambientale e climatica?
Rovesciando esemplarmente i termini del discorso consueto, Raimon Panikkar – pensatore catalano scomparso nel 2010 – chiama «ecosofia» la saggezza della Terra, utilizzando questa espressione nel senso del genitivo soggettivo: l’ecosofia non è la saggezza umana che si possa eventualmente ricavare dalla Terra, ma la saggezza che quest’ultima mostra all’uomo nel suo essere. La natura ha infatti una vita propria all’interno della dinamica cosmoteandrica che coinvolge la realtà intera (e che comprende anche lo spirito), e va pertanto trattata non come un oggetto, bensì come un soggetto con cui entrare in relazione, appunto, paritaria. Argomento che, nei suoi tanti rivoli e risvolti viene trattato in Ecosofia. La saggezza della Terra (ed. Jaca Book) – libro interessante che accompagna l’uscita dell’Opera Omnia del filosofo, a beneficio del lettore che prediliga un approccio snello a questa abbacinante visione del mondo – contiene due saggi: un inedito, qui tradotto dall’inglese, e il testo di una conferenza tenuta da Panikkar all’università di Francoforte nel 1993. Non sarà affatto un «dio» a salvarci, come voleva Heidegger; l’unica a poterci salvare è la consapevolezza che è finita l’epoca in cui si poteva allegramente dedicarsi a «ciò che è buono per l’uomo»: oggi questo non basta più, occorre pensare a «ciò che è buono per il tutto», come suggeriva il saggio Periandro di Corinto agli albori della speculazione greca. Una riflessione che va ben oltre la filosofia e bagna le sponde del nostro quotidiano più concreto e immediato.


R. Panikkar, Ecosofia. La saggezza della Terra, ed. Jaca Book, 2015.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.