Una volta che un’azione è compiuta continuerà a seguirci, insieme a tutte le conseguenze che ha provocato, quelle che ci si poteva aspettare e quelle del tutto imprevedibili. Non si può sfuggire al proprio passato, ma si è sempre in tempo per scegliere una strada eticamente migliore. Il tema della responsabilità umana, che Hichens ha già messo al centro di altri suoi romanzi, appare come il tema cardine di questo romanzo. Ma i protagonisti sono tanti: la guerra – che aleggia solo sullo sfondo – e le cicatrici indelebili che lascia sui reduci dopo averli sottoposti a prove durissime; lo sport e la funzione che può avere in momenti particolarmente delicati e drammatici della vita umana; la volontà ferrea, tanto sicura di sé da non badare a nessuna delle conseguenze che il proprio eccesso di determinazione può avere sugli altri; la giustizia, col marchio indelebile che può lasciare dopo aver pronunciato la propria sentenza, sia che questa sia di innocenza che di colpevolezza. Ma il romanzo è soprattutto una storia d’amore intensa, senza alcuna concessione al facile sentimentalismo ma piuttosto strumento per una costruzione psicologica dei personaggi, complessa senza smettere mai di essere avvincente.

La vicenda di Clive Baratrie, assolto in un processo del quale non si sa praticamente nulla fino agli ultimi capitoli, ma che incombe sulla narrazione come una cappa opprimente, raduna, come già ho detto, tante questioni di carattere etico, sociale e morale, che si fatica a credere che il romanzo possa sostenere una tale vastità di respiro; più ancora che in altri romanzi dello stesso autore mette a dura prova la capacità della costruzione narrativa e la tenuta del proprio stile. Tre donne sono presenti nella vita di Clive: la mamma, l’amante – per la cui morte viene processato – e la giovane Vivian, tennista campionessa a Wimbledon, con la quale vive un amore tanto sentito che lo porta, a poco a poco, a saldare il suo debito verso quell’idea di responsabilità che Hichens propone sempre ai suoi lettori. Ma a fronte di queste tre donne Clive è comunque solo e con estrema e contraddittoria fatica arriva a superare la sua solitudine. E lo può fare ponendosi in una prospettiva costruttiva con l’unica strada a disposizione per superare l’effetto del suo atto che lo continua ad inseguire.

L’ultima protagonista del romanzo è l’Africa del nord, tanto cara all’autore che la conosce così bene e che ne ripropone ai lettori degli scorci che restano sempre memorabili. Tra i numerosi personaggi minori, di nessuno dei quali la caratterizzazione è affrontata in maniera superficiale, piace ricordare il compagno di doppio misto di Vivian e di lei innamoratissimo, e il console britannico della località africana dove Vivian e Clive decidono di vivere per un certo tempo. Quest’ultimo rappresenta un altro aspetto della solitudine che sembra attanagliare i personaggi maschili del racconto; ma la profondità e irrimediabilità di questa solitudine non gli impedisce di vedere la scintilla che scocca negli occhi di Clive nel momento culmine del romanzo. E, comprendendo, si allontana.

Traduzione anonima del 1929 – il romanzo era stato pubblicato in Inghilterra nel 1924 – , molto fedele all’originale e neppure troppo datata linguisticamente. Come altre opere dello stesso autore anche After the verdict è un romanzo molto “cinematografico” e infatti ne esiste una trasposizione ad opera di Henrik Galeen con Olga Tschechowa; purtroppo è al momento un “lost film” vale a dire che non se ne conoscono copie né in archivi pubblici né in collezioni private.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Era una calda e fulgida mattinata di maggio, e Londra aveva un aspetto allegro, quasi raggiante. Le vie erano affollate di donne che andavano a fare spese e di altre che si fermavano dinanzi alle vetrine, ancora indecise se comprare o no. Nella City erano incominciate le occupazioni della giornata, e i pezzi grossi della finanza scendevano dall’automobile dinanzi ai loro uffici, o stavano aprendo la corrispondenza venuta con la prima posta, parlando nel tempo stesso con gl’impiegati o coi segretari. Per tutta la città trillavano i telefoni e molte persone si mettevano vivacemente in comunicazione fra loro. Al King’s Club i campi del lawn-tennis erano pieni di giocatori e i più noti fra loro si addestravano per il torneo di Wimbledon. Nei parchi si riversava una fiumana di bambini, spinti nelle carrozzine da bambinaie che chiacchieravano fra loro. Nei giardini di Kensington dei ragazzetti e delle fanciulline giocavano a palla o facevano scivolare una barchettina sul Laghetto Rotondo e nel Serpentine. Nel vialetto cosparso di terriccio, e destinato in Hyde Park a chi cavalcava, moltissima gente, uomini, donne e fanciulli, si godevano una salubre galoppata mattutina.

Scarica gratis: Dopo il verdetto di Robert Smythe Hichens.