Parafrasando il tormentone di Natale in casa Cupiello “te piace ‘o presepe?” (Luca lo chiede al figlio Nennillo infinite volte. La risposta è sempre la stessa: NO!), sarebbe qui il caso di esordire chiedendo al lettore: “te piace ‘a street art?” Ma, perseguendo l’intento di voler sempre sperimentare coinvolgendo nell’operazione anche altri amici, ho avviato questo progetto che si aggancia con l’arte fotografica.
Da qualche tempo amo fotografare la street art che, come genere, in qualche modo si avvicina al reportage di strada, oggi più noto come street photography.
Diversi amici mi hanno più volte sollecitato a realizzare qualcosa utilizzando parte delle innumerevoli fotografie che continuo a raccogliere sul tema. Ma poiché ritengo che scrivere su materie che si conoscono poco, può risultare presuntuoso e che qualsiasi cosa si possa venire a dire potrebbe rimanere sempre parziale, esponendosi a posizionamenti di parte limitati, ho pensato di affrontare la questione, raccogliendo il suggerimento dell’amico Pippo, vestendomi cioè da “Flâneur”. È un termine francese, reso celebre dal poeta simbolista Charles Baudelaire, che indica il gentiluomo che vaga oziosamente per le vie cittadine, senza fretta, sperimentando e provando emozioni nell’osservare il paesaggio.
Pertanto ho cercato di coinvolgere nell’operazione altri autori, cercando di raggruppare idee e impressioni variegate senza censure, su un fenomeno che ormai imperversa come un’affermata espressione artistica, ancorché oggetto di discussioni.
In progetti del genere, riuscire a trovare adesioni, con programmi peraltro indefiniti, risulta assai complicato ma, battendo e ribattendo, alcuni ci hanno creduto e hanno accettato di collaborare. Il tema fisso era per tutti, quindi, “la street art”, senza vincoli, indirizzamenti o suggerimenti. Ciascuno completamente libero di poter esprimere il proprio pensiero e di spaziare a proprio modo, mettendo magari a frutto esperienze e peculiarità specifiche, professionali e di vita. Nessuna pretesa artistica dottrinale, quindi, o alcun inquadramento scientifico è stato previsto nell’approccio all’argomento e, come regola comune, quanto raccolto è stato lasciato integro secondo il conferimento originario.
A prodotto ultimato mi ritengo oggi soddisfatto del risultato sviluppato, perché ricco di varietà nei contributi, risultati pienamente rispondenti alle originarie aspettative. Credo, quindi, che l’operazione possa ritenersi riuscita, almeno per l’intento immaginato, avviato, come detto, con un largo canovaccio progettuale via via maturato in divenire.
Penso che, altresì, chi ha partecipato potrà ritenersi anch’esso soddisfatto nell’aver contribuito con un suo prodotto testuale, che ha consentito di costruire l’insieme pensato. Un ringraziamento va quindi a tutti i coautori, con l’auspicio di poter magari condividere una prossima analoga avventura che andremo a trovare, con idee e contributi nuovi meritevoli di sviluppo collettivo.
Buona luce a tutti!