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Contrario all’idrostatica archimedea recuperata da Galileo, nel suo Discorso apologetico, del 1612, sostenne che il galleggiare o l’affondare dei corpi dipendesse dalla loro forma. Nella conclusione del discorso usò anche una metafora di questa teoria, affermando che le ragioni dell’avversario per essere troppo argute e sottili vanno a fondo senza speranza di ritornare a galla, mentre quelle di Aristotele, per essere di forma larga e quadrata, non possono affondare in nessun modo.
Il testo è presente in formato immagine sul sito della Biblioteca digitale del Museo Galileo (https://bibdig.museogalileo.it/Teca/Viewer?an=367701).
È stato trascritto fedelmente il testo originale, compresi i refusi di stampa, ed è stata mantenuta la grafia originale, senza modernizzazioni. L’unico intervento ha riguardato le abbreviazioni antiche o “tituli” che sono state sciolte nella loro forma estesa (es. che o chi per c; contradizioni per cōtradizioni, ecc).
Il medesimo testo, modernizzato, è presente nel volume quarto dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo, pubblicato su https://www.liberliber.it/.
Note a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
Perche le cose nuoue fanno i lor ritrouatori di sí gloriosa memoria, che sono, io non diro ammirati solamente, ma reputati come Dei; di quî è, che, essendo a pochissimi conceduto questo particolar talento, molti bramosi di correr cotale arringo, per la mala ageuolezza dell’impresa, non conseguiscono il desiderato fine d’intorno al vero. Nondimeno biasimeuoli non sono, e giouamento non piccolo n’apportano. Ma che si trouino intelletti, che a somiglianza di costoro sperino far nuoue apparir le medesime cose, di gia tralasciate per la falsita loro in derision degli stessi inuentori; e che voglino, oggi, che risplende si bel giorno di verità, far buio altrui con le tenebre dell’intelletto loro, stimando che Ecuba Elena rassembri, e che Alcina piaccia a Ruggiero; che lode acquistarne, e che giouamento arrecar possono a gli amatori di sapienza? Vorranno costoro, contro i primi scrittori del mondo, del pari giostrar, senza sapere di che tempra sien l’armi degli auuersari, e senza hauer’arrotate le sue? Chi mai ha sciolto le loro inuitte ragioni? Chi n’hà ritrouate delle nuoue per seppellir le vecchie? Ben disse Teofrasto, che la falsita si muor giouane, ma la verità viue di vita immortale.
Scarica gratis: Discorso apologetico, d’intorno al Discorso di Galileo Galilei, circa le cose, che stanno su l’acqua, o che in quella si muouono di Lodovico delle Colombe.