Pubblicato Discorsi ebraici di tolleranza e felicità di Naphtali Hirz Wessely.

Dall’incipit del libro:

Disse il più saggio tra gli uomini, che si ammaestri il fanciullo secondo la capacità di lui; poichè quando invecchierà, non devierà dall’ammaestramento medesimo. Questo testo contiene due proposizioni: la prima, l’ammaestramento del giovine, cioè, che egli ammaestrato sia in gioventù, mentre ha la mente libera da’ pensieri e dalle vanità del mondo, e dalla corruzione delle cattive opinioni; poichè libera essendo come carta non scritta la sua mente, facil cosa riesce l’insinuarvi le proposizioni vere le quali perfettamente vi s’imprimono: la seconda, che è relativa al temperamento suo, prescrive, ch’egli ammaestrato venga secondo la natura e la forza del suo spirito; giacchè uguali non essendo degli uomini i temperamenti nè le forze dello spirito, ugualmente nemmeno, ciò che è facile concepirsi e ritenersi da uno, facile sarà ritenersi e concepirsi da un altro, e così a vicenda, come più diffusamente diremo al cap. 8, bastando per ora lo stabilire, che se l’uomo sarà educato da fanciullo, che è quanto dire in età tenera, ed a seconda della propria natura, non prescinderà certamente neppure invecchiando dalla educazione ricevuta.