Dall’incipit della tesi:
l plancton
Con il termine «plancton» si indicano gli organismi vegetali ed animali che vivono in sospensione fluttuando nell’acqua (Ghirardelli, 1981). In particolare, se si tratta di organismi vegetali si usa il termine «fitoplancton», se si tratta di organismi animali «zooplancton».
Un’ulteriore suddivisione può essere fatta in base alle dimensioni: organismi con dimensioni tra 5 e 50 µm appartengono al «nanoplancton» e quelli con dimensioni tra i 50 e 500 µm al «microplancton» (Marchetti, 1993). La frazione nanoplanctonica è costituita generalmente da alghe unicellulari (Cyanophyceae, Chrysophyceae, Prymnesiophyceae, etc.), batteri e funghi, mentre quella microplanctonica dalle Diatomee, dai Dinoflagellati, dai Ciliati e dai Copepodi (Marchetti, 1993).
I Dinoflagellati
Alla classe dei Dinoflagellati appartiene la maggior parte delle specie considerate «dannose» per l’ambiente e per l’uomo. Diverse specie di Dinoflagellati sono infatti responsabili della formazione delle cosiddette «maree rosse», fenomeno nel quale si può avere una colorazione delle acque, dovuta all’ingente proliferazione generalmente di un’unica specie algale (milioni di cellule/litro). Nonostante il fenomeno sia conosciuto come «maree rosse», in realtà non sempre l’acqua marina si presenta di colore rosso, ma può assumere tonalità diverse a seconda della specie responsabile della «fioritura». Molto spesso le specie responsabili di tali proliferazioni possono anche produrre tossine, che attraverso la catena alimentare possono risultare dannose anche per l’uomo. In particolare, le specie di Dinoflagellati responsabili della maggioranza delle manifestazioni tossiche appartengono ai generi Alexandrium, Dinophysis e Gymnodinium.
Relatore Dott.ssa Aurelia Tubaro, correlatore Dott.ssa Laura Sidari, anno accademico 1993/1994, Università degli Studi di Trieste, Facoltà di Farmacia, tesi di laurea sperimentale in Farmacologia e Farmacognosia.