Alla vigilia del voto referendario che avrebbe deciso la scelta repubblicana in Italia, Zavattero scrisse questo opuscolo, oggi introvabile e neppure censito dall’Opac. Nella prima parte il pamphlettista e agitatore anarchico descrive i motivi per i quali l’istituto monarchico è ormai obsoleto in assoluto; e nella seconda passa ad esaminare i misfatti e le viltà compiute dai vari membri di casa Savoia negli ultimi due secoli. Fu una delle ultime pubblicazioni di Zavattero, espulso dalla federazione anarchica romagnola e piuttosto isolato, prima della sua morte avvenuta poco meno di un anno dopo.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
L’opuscolo in formato immagine è disponibile sul sito della Biblioteca libertaria Armando Borghi, http://bibliotecaborghi.org/.
Dall’incipit del libro:
I tre secoli precedenti nella cronologia dell’evo moderno il nostro ventesimo già avevano menato colpi di scure formidabili al principio monarchico in generale: non solo metaforicamente – le teste di Carlo I d’Inghilterra e di Luigi Capeto di Francia sono là ad attestarlo.
Il secolo ventesimo mi ha tutta l’aria di volere far vedere ai contemporanei la cancellazione definitiva dall’«Almanacco di Gotha» e dalla faccia dell’universo fin dell’ultimo sovrano. Gli stessi re decorativi ancora sui rispettivi troni sembra non debbano troppo tardare oramai a far fagotto; altro che prepararsi a cinger corone i pochi pretendenti ancora in calor di «regnamento»! Se mai, sarebbero per essi corone di spine.
Non è più il caso, oggi, di penetrare nell’intimo del principio monarchico onde provarne l’inconsistenza; ciò poteva essere utile quando l’attaccamento spirituale ad esso era largamente diffuso ed urgeva perciò scalzarlo nelle sue radici per iniziare idealmente l’opera di demolizione.
Ma oggidì il principio monarchico è condannato da un pezzo: sopravvive l’istituto grazie a quel sentimento di commiserazione che si prova per gli organismi decrepiti e caduti nella balbuzie dell’infantilismo.
Scarica gratis: De monarchia. Casa Savoia… giù! di Domenico Zavattero.