La celebre Sala Mix Uno di Via Urbana a Roma, ormai ridotta ad un insieme al quanto spettrale di sale vuote e buie, rischia di essere definitivamente ridotta in macerie, e con essa una parte ineliminabile della storia del cinema italiano di cui da più di 50 anni era divenuta simbolo, in Italia e nel mondo.
Difatti quella che era stata fondata nel 1959 dall’Ingegnere Biondo come studio di registrazione musicale con il nome di International Recording, divenuta poi nel 2005 Technicolor, vive oggi la terribile minaccia di essere rasa al suolo per divenire un prolungamento del parcheggio ad essa adiacente . Minaccia questa a cui il mondo del cinema e della cultura italiana non sembra voler arrendersi tanto facilmente: difatti proprio negli ultimi giorni un numero veramente considerevole di registi, attori, discografici e in genere uomini del mondo della cultura italiana ha firmato un appello contro la distruzione di quello che è stato definito “un patrimonio culturale di inestimabile importanza”, “dove è stata data voce ai più importanti film della storia del cinema”.
La International Recording, come ha ricordato un suo fonico Francesco Coccinelli ad un’intervista rilasciata al giornale Repubblica, vanta titoli di film d’edizione, ovvero oggetto di doppiaggio in studio, intramontabili come Sesto senso per la regia di M. Night Shyamalan, nonché i film della trilogia di Matrix e molti altri ancora che hanno fatto la storia del cinema internazionale. Ma questo studio è stato soprattutto il luogo di creazione dei Maestri del cinema italiano; alle sue macchine hanno infatti lavorato registi illustri quali Zeffirelli con il suo Callas Forever del 2002 o Bertolucci per il suo ultimo film Io e te del 2012. Quegli stessi macchinari che purtroppo, dopo il fallimento della Technicolor nel 2013 e le sterili trattative tentate nel corso del 2014, sono state definitivamente portati via dalla società che le ha acquistate, l’Augustus Color, proprio in queste ultime settimane, rendendo sempre più concreta la minaccia della sua definitiva scomparsa.
Eppure questo tempio del cinema può ancora rinascere, come sperano i tanti professionisti dello spettacolo che hanno sottoscritto l’appello, tra cui spiccano, tra gli altri, i nomi di Ferzan Ozpetek e Pupi Avati, nonché la stessa società incaricata di effettuare il decomissioning, ovvero lo smantellamento, dell’immobile, i quali auspicano ad un celere intervento delle istituzioni, attraverso il quale poter dare nuova vita alla Sala stessa, attribuendole una destinazione d’uso consona alla sua iniziale funzione, che potrebbe consistere non solo in una sua riabilitazione in senso professionale, ma anche più semplicemente in una sua utilizzazione in termini di sala cinematografica, operazione questa, a detta della stessa Augustus Color, realizzabile senza troppe difficoltà, date le attuali condizioni della sala, nonché la loro totale disponibilità a ripristinare il tutto.
Dunque nulla è ancora andato perduto, ma la situazione richiede una certa prontezza d’intervento, di cui ci auguriamo le nostre istituzioni siano in possesso, nella speranza di non dover dire addio ad un altro pezzo della nostra cultura, troppe volte vittima di un’inadeguata politica di salvaguardia e valorizzazione.
Maria Teresa Gasbarrone