Negli ultimi anni dell’800 Lorentz sviluppò la nota teoria dell’elettrone e subito dopo, in seguito ai risultati negativi di Michelson e Morley per la rivelazione dell’etere, sviluppò le sue famose trasformazioni per le grandezze spaziali e temporali fra sistemi di riferimento in moto relativo uniforme.

A queste trasformazioni Einstein potè fornire un significato fisico con la sua teoria della relatività ristretta. Nessuno meglio di Lorentz può quindi fornirci una propedeutica introduzione allo studio e alla comprensione della teoria della relatività. Pochissimi i lavori di Lorentz tradotti in italiano oltre a questo libretto, ormai rarissimo, che Piero Gobetti diede alle stampe nel 1923, primo e unico della collana Piccola biblioteca di scienza. Rarissimo, d’altra parte, come tutti gli 84 titoli della sua casa editrice, poiché l’ottusità del regime fascista fece sì che gran parte della tiratura fosse data alle fiamme. La traduzione è di Sebastiano Timpanaro che cura anche in appendice un’accurata bibliografia sull’autore.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

È noto che, per spiegare l’aberrazione astronomica, Fresnel ammise che l’etere, il mezzo che riempie tutto lo spazio e penetra ogni corpo, non è trascinato dal movimento dei corpi celesti e può invece essere considerato come assolutamente immobile. Con quest’ipotesi, si viene ad ammettere che i nostri laboratori coi loro apparecchi, sono continuamente attraversati da una corrente di etere, la cui velocità, uguale e opposta a quella della terra nel suo movimento annuale, è circa la decimillesima parte della velocità della luce.
È naturale chiedersi se questa corrente non debba avere un’influenza osservabile sul risultato delle esperienze in cui entra in gioco l’etere; ma, dal momento che tutti i tentativi che si sono fatti per scoprire effetti di questa natura sono falliti, sembra lecito ammettere il principio che un sistema di corpi che si sposti attraverso l’etere possa esser sede esattamente degli stessi fenomeni di un sistema identico privo di questo movimento di traslazione.
Per precisare le idee, possiamo immaginare due osservatori A e B, ognuno dei quali sia munito di una collezione di apparecchi, anzi di un laboratorio pienamente fornito di apparecchi. L’osservatore A e gli apparecchi di cui dispone saranno in riposo rispetto all’etere, mentre B si sposterà attraverso questo mezzo, insieme al suo laboratorio, con una velocità v, costante in direzione e grandezza.

Scarica gratis: Considerazioni elementari sul principio di relatività di Hendrik Antoon Lorentz.