L’adozione della Strategia Nazionale per le competenze digitali, realizzata a seguito di un processo collaborativo con soggetti pubblici e privati, è un risultato fondamentale per l’Italia e la base, necessaria, per un Piano Operativo efficace e con risultati significativi e misurabili. Ecco alcuni dettagli.

Di Nello Iacono (Dipartimento Trasformazione Digitale, Presidenza del Consiglio),
Erika Miglietta (Dipartimento Trasformazione Digitale, Presidenza del Consiglio).

Con la firma del decreto di adozione da parte del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano, l’Italia ha una strategia globale per le competenze digitali. E avere una strategia globale, multisettoriale, integrata per le competenze digitali significa poter programmare interventi organici, rafforzando la sinergia tra scuola e università, tra queste e i nuovi lavori, le politiche per i giovani, le imprese e la pubblica amministrazione, le politiche per la cittadinanza digitale.

Ci siamo, finalmente.

Questa strategia nasce da un processo fortemente collaborativo tra soggetti pubblici e privati proprio per assicurare una visione realmente globale e linee di intervento efficaci e concrete. E si basa su una convinzione: le competenze digitali sono una priorità strategica, perché fondamentali per lo sviluppo economico e sociale del Paese, per consentire la partecipazione al dialogo democratico. Sono una competenza chiave per esercitare oggi, pienamente, i diritti di cittadinanza.

Il processo di elaborazione della strategia nazionale sulle competenze digitali

Elaborata nell’ambito dell’iniziativa Repubblica Digitale, la Strategia è il risultato di un approccio multistakeholder che ha riunito intorno allo stesso tavolo Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Università, enti pubblici di ricerca, imprese, professionisti, Rai, associazioni e varie articolazioni del settore pubblico, oltre alle organizzazioni aderenti alla Coalizione Nazionale (più di 120, che promuovono circa di 130 iniziative), con una regia affidata al Comitato Tecnico Guida di Repubblica Digitale, coordinato dal Dipartimento per la trasformazione digitale.

Il processo di elaborazione è stato avviato nei primi giorni di aprile, in correlazione con il Piano Operativo che sarà completato nelle prossime settimane e comprenderà anche le iniziative già in essere che verranno arricchite e integrate. Il Comitato Tecnico Guida è stato affiancato da diversi soggetti che da anni seguono la tematica, come l’Istat, l’Osservatorio Competenze Digitali (Anitec-Assinform, Assintel, AICA, Assinter), l’Osservatorio Agenda Digitale e l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, CINI, GII, GRIN, l’Osservatorio Università Impresa e ha avuto anche il contributo di ASVIS. Sono stati costituiti gruppi di lavoro, con il coinvolgimento anche di esperti, per realizzare in modo collaborativo il documento di strategia.

Gli obiettivi della Strategia competenze digitali

Il dato emblematico per raffigurare la situazione italiana è la bassa quota, pari solo al 42%, di popolazione tra 16 e 74 anni che possiede competenze digitali di base o superiori. Un dato che ci pone all’ultimo posto nel DESI (Digital Economy and Society Index) 2020 nell’area del Capitale Umano e contribuisce alla recente regressione al 37° posto nella classifica ONU sull’e-Government. In termini più concreti, significa che 26 milioni di italiani (16-74 anni) non hanno le competenze digitali adeguate per esercitare appieno i diritti di cittadinanza e che circa 15 milioni navigano su Internet con competenze digitali inferiori a quelle di base.

Non è un caso che il rapporto DESI 2020 sottolinei: “L’Italia sta avviando iniziative volte a rafforzare le competenze digitali e affrontare il tema dell’inclusione digitale. Intensificare e concentrare gli sforzi contribuirebbe a ridurre il divario digitale tra la popolazione e a garantire che la maggioranza disponga almeno di competenze digitali di base. Un altro passo importante in questo ambito sarebbe un approccio globale al miglioramento delle competenze e alla riqualificazione della forza lavoro, che comprenda un rafforzamento delle competenze digitali avanzate”. Approccio globale. Eccoci.

Per questa ragione gli obiettivi della Strategia sono ad ampio spettro:

  • combattere il divario digitale di carattere culturale presente nella popolazione italiana, sostenendo la massima inclusione digitale;
  • sostenere lo sviluppo delle competenze digitali in tutto il ciclo dell’istruzione e della formazione superiore;
  • promuovere lo sviluppo delle competenze chiave per il futuro e aumentare la percentuale di specialisti ICT, soprattutto nelle tecnologie emergenti;
  • garantire a tutta la popolazione attiva le competenze digitali fondamentali per le nuove esigenze e modalità di lavoro.

Il risultato atteso è di eliminare il ​gap con gli altri Paesi europei, globalmente nell’area delle competenze digitali e rispetto ai singoli assi di intervento, e di abbattere le situazioni di digital divide che caratterizzano il contesto italiano. Il Piano Operativo associato alla Strategia, mira a raggiungere questi obiettivi.

Assi di intervento, priorità e linee di azione

Quattro sono gli assi di intervento su cui si articola la Strategia e per cui sono state definite priorità, linee di azione e impatti:

  1. Istruzione e Formazione Superiore – per lo sviluppo delle competenze digitali all’interno dei cicli d’istruzione per i giovani, con il coordinamento del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della Ricerca.
  2. Forza lavoro attiva – per garantire competenze digitali adeguate sia nel settore privato che nel settore pubblico, incluse le competenze per l’e-leadership, con il coordinamento del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per la Pubblica Amministrazione.
  3. Competenze specialistiche ICT – per potenziare la capacità del Paese di sviluppare competenze per nuovi mercati e nuovi lavori, in gran parte legati alle tecnologie emergenti e al possesso delle competenze chiave per i lavori del futuro, con il coordinamento del Ministero dell’Università e Ricerca e del Ministero dello Sviluppo Economico.
  4. Cittadini – per sviluppare le competenze digitali necessarie a esercitare i diritti di cittadinanza e la partecipazione consapevole alla vita democratica, con il coordinamento del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione (MID).

Come sottolineato nella Strategia, gli assi “[..] condividono delle linee strategiche comuni, che sono relative allo sviluppo di un modello di formazione innovativa, a un’organizzazione del lavoro che privilegi il lavoro agile, a un rapporto con la Pubblica Amministrazione che favorisca l’attuazione piena dei principi dell’open government e della centralità del cittadino, nello spirito del Codice dell’Amministrazione Digitale e del diritto all’accesso ai servizi digitali, anche attraverso l’utilizzo di open data e licenze aperte”.

Si tratta pertanto di un approccio innovativo e di trasformazione che permea sia la Strategia che il relativo Piano Operativo che prevede linee di azione e interventi i cui risultati e i cui impatti siano misurabili e, allo stesso tempo, privilegino l’utilizzo di ​framework consolidati (DigComp per le competenze digitali di base, DigCompEdu per le competenze dei docenti, e-CF per le competenze specialistiche ICT, etc.), per velocizzare le azioni di cambiamento e massimizzare l’utilizzo di quanto già realizzato.

Le priorità identificate indirizzano il Piano Operativo e le linee di azione ne dettano lo sviluppo, valorizzando e rafforzando le più efficaci iniziative in corso e allo stesso tempo innestando nuovi interventi. Si tratta di linee di intervento che si muovono sulla base necessaria dell’accesso alla banda larga, alla connettività veloce e della digitalizzazione, potenziando prima di tutto la collaborazione e la connessione di infrastrutture, metodologie, capitale umano tra i diversi ambiti (tra scuola e università, tra università e ricerca, tra queste e le industrie e la pubblica amministrazione) in modo da rafforzare l’interscambio di conoscenze, la continuità dei percorsi formativi e l’orientamento alla ricerca industriale e all’innovazione, oltre che a una costruzione di cultura digitale che sia presente ai diversi livelli di esperienza e responsabilità nel mondo della scuola e dell’università, nel settore privato (con focus su PMI e startup) e in quello pubblico, con una forte attenzione all’inclusione e al contrasto al divario di genere.

A queste linee “trasversali” si affiancano quelle specifiche di ciascun asse. Ad esempio:

  • per l’asse istruzione e formazione superiore, le azioni prevededono lo sviluppo di competenze e cultura digitale degli studenti della scuola, l’attenzione specifica ai ricercatori, la definizione di un portafoglio digitale nelle università, lo sviluppo di percorsi formativi fruibili in modalità online, blended learning e percorsi flessibili, la realizzazione di piattaforme di Open education, il potenziamento dei corsi di studio a carattere professionalizzante, in sinergia con industrie e mondo della scuola, la riorganizzazione e il rafforzamento delle discipline ICT abilitanti per la trasformazione digitale;
  • per l’asse della forza lavoro attiva nel privato, è previsto il rafforzamento delle azioni indirizzate alla trasformazione tecnologica delle imprese (PID, ​Competence Centers​, Digital Innovation Hubs)​, al sostegno della domanda di soluzioni tecnologiche innovative, allo sviluppo di centri di ricerca sulle tecnologie emergenti (​AI,​ IoT​, ​Blockchain​). Nel settore pubblico è prevista una spinta alla realizzazione efficace del lavoro agile, al reclutamento di dirigenti con competenze digitali e trasversali adeguate e allo sviluppo di procedure assunzionali per il personale non dirigenziale con possesso delle competenze necessarie a lavorare in una PA sempre più digitale, alla promozione del confronto con il mondo della ricerca e dell’impresa sui diversi aspetti della trasformazione digitale al fine di creare opportunità di apprendimento organizzativo e favorire la retention dei talenti;
  • per l’asse delle competenze specialistiche ICT, un’evoluzione importante e prioritaria nei percorsi di formazione per favorire, a tutti i livelli, lo studio e l’impiego delle metodologie, degli approcci e delle tecnologie ICT coniugate con la specificità dei diversi domini applicativi, sostenere l’importanza della formazione sul campo anche tenendo conto della formazione tecnica svolta in ambito scolastico, favorire il trasferimento tecnologico e la nascita di startup anche attraverso laboratori di eccellenza a servizio delle imprese, delle start up e dei ​policy maker;
  • per l’asse dei cittadini, lo sviluppo di azioni nei percorsi della formazione formale (come nei Centri permanenti di istruzione per gli adulti), non formale, sul territorio, e specifiche per l’inclusione digitale delle categorie svantaggiate per abilità, reddito, età, condizione, valorizzando esperienze e iniziative che si sono mostrate efficaci ​a livello locale e nazionale​.

In particolare, per quest’ultimo asse “Cittadini”, nella Strategia si sottolinea come sia importante affrontare il tema “in maniera differenziata a seconda del livello di partenza, in modo da identificare obiettivi graduali e azioni mirate, così anche da coinvolgere coloro che svolgono un ruolo di “mediatori” e “facilitatori” verso la cittadinanza in diversi ambiti e che meglio possono svolgere l’accompagnamento verso il digitale (bibliotecari, operatori dei centri per l’impiego, dei centri anziani, dei centri di assistenza sociale, etc.)” e quindi integrare “le disponibilità di competenze e di luoghi del territorio (es. scuole, biblioteche, associazioni, punti di facilitazione digitale, etc.) oltre che le opportunità offerte dalla radio, dalla televisione e dalla rete, secondo un approccio ibrido, in una logica generale di messa a sistema delle risorse disponibili”.

Tra le iniziative specifiche che sta avviando il MID per il superamento del divario digitale culturale figurano,

  • il progetto Servizio Civile Digitale, promosso con il Ministro per le politiche giovanili e lo Sport, attraverso un primo bando rivolto a 1000 volontari del Servizio Civile Universale, con lo scopo di rafforzare il ruolo dei giovani come facilitatori digitali e favorire l’inclusione digitale della popolazione;
  • una collaborazione organica con la Rai per lo sviluppo di contenuti per tutti i cittadini, anche attraverso i canali TV;
  • la realizzazione di una palestra digitale, una piattaforma dove i cittadini possono trovare una guida e strumenti per valutare le proprie competenze e rafforzarle, basati sul framework europeo DigComp, con moduli per l’apprendimento, e un’agenda condivisa degli eventi formativi nella logica di una “scuola diffusa per la cittadinanza digitale”.

Verso il Piano Operativo competenze digitali

La Strategia è naturalmente soltanto la base, necessaria, per un Piano Operativo integrato che sia attuato efficacemente e con risultati significativi e misurabili. Su questo si sta focalizzando adesso il lavoro del Comitato Tecnico Guida e di Repubblica Digitale nel suo insieme.

In quest’ottica è fondamentale la scelta, contenuta nella Strategia, di definire un cruscotto di indicatori di performance, a partire dagli indicatori inseriti nel ​DESI della Commissione Europea e dai ​Digital Maturity Indexes ​(DMI) elaborati dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, in particolare derivando da questi ultimi la distinzione tra:

  • fattori abilitanti:​ ovvero gli elementi che permettono la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori all’economia e alla società digitale;
  • risultati da ottenere​: ovvero gli elementi che misurano l’effettiva partecipazione dei cittadini e dei lavoratori all’economia e alla società digitale.

L’obiettivo è di far sì che Strategia e Piano Operativo, insieme, costituiscano strumenti dinamici di governance e collaborazione, con verifiche di efficacia basate sull’analisi dei dati e delle esperienze, per poter perseguire gli obiettivi ambiziosi che l’Italia deve porsi. E che può raggiungere.

Nota

Il Comitato Tecnico Guida di Repubblica Digitale, coordinato per il MID dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale, è composto da rappresentanti di ministeri (Beni Culturali e Turismo, Istruzione, Lavoro e Welfare, Politiche agricole e forestali, Politiche giovanili e sport, Pubblica Amministrazione, Sviluppo economico, Università e Ricerca), Conferenza delle Regioni, UPI, Anci, AgID, Unioncamere, esponenti del mondo dell’università (la CRUI, il coordinatore della EU Code Week), ricerca (la ConPER), Rai, Confindustria Digitale, associazioni di cittadini della Coalizione Nazionale.

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