Pubblichiamo una nuova edizione di Ciondolino di Luigi Bertelli (detto Vamba), arricchita da 66 tavole in tricromia e 300 disegni originali di Attilio Mussino.
Non staremo qui a raccontare per filo e per segno tutta la storia insettesca raccontata da Vamba in questo suo primo libro – ne trovate un tutt’altro che breve riassunto nell’apposita pagina di Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Ciondolino – ma brevemente raccontiamo cosa lì non è scritto. Se ci si riesce.
Ciondolino fu pubblicato nel 1895 – è questo c’è – e fu il primo libro che l’autore scrisse proprio per bambine e bambini – e anche questo c’è – poiché Luigi Bertelli, per amiche e amici Vamba, pur essendo un serio e capace educatore, aveva una gran passione per bambine e bambini anche se a volte un po’ discoli, visto che qualche hanno dopo scrisse per loro anche un divertentissimo Giornalino di Gian Burrasca.
Con Ciondolino Vamba ci si mette di buzzo buono, come direbbero anche a Firenze (dove il Vamba è nato nel 1860, sì proprio in quell’anno così importante: avete presente la spedizione dei Mille? L’unità d’Italia? E chi se la dimentica ora la data di nascita del Vamba!). Dunque il Vamba vuole insegnare l’entomologia (quel pezzo dello studio degli animali che osserva proprio e solo gli insetti in tutte le loro forme) alle ragazzine e ai ragazzini e vuole raccontar loro che poi non ci sono gran vantaggi a essere una formica anziché un bambino costretto a studiare.
E così leggendo, di pagina in pagina, ci si imbatte in lombrichi, br, vespe, brr, cinipi, brrr, formicaleoni, brrrrr …. e già che ci siamo si impara anche qualcosa sull’impollinazione e su come si fabbrica il miele. Insomma una storia avventurosissima e divertentissima tra pericoli piccolissimi.
Il primo a pensare di illustrare il libro – cosa superessenziale – fu Carlo Chiostri, un grande illustratore, fiorentino pure lui, come il Vamba, che dopo si cimentò anche ad illustrare il burattino di legno di Collodi (chi sarà mai questo burattino?). Insomma, su Ciondolino si era fatto le ossa. Bello bello il Chiostri continuò a illustrare Ciondolino per ooooltre trent’anni fino a quando non prese il suo posto Attilio Mussino. Attilio era addirittura torinese e lui si era fatto le ossa, invece, proprio sul burattino di legno, insomma su Pinocchio. Vabbé, tra i due si erano scambiati il posto come in un minuetto del Settecento! Avete presente?
Insomma, Mussino con quelle illustrazioni di Pinocchio era diventato strafamosissimo. E allora qui, su Liber Liber, leggerete proprio le avventure di Ciondolino con i suoi disegni. Costui, ho scritto – e lo confermo –, era nato a Torino e dopo una vita piena di bellissimi disegni ma un po’ sfortunata, andò a vivere in un paesino del cuneese, Vernante, dove è diventato un cittadino amatissimo e dove Carlet e Meo hanno decorato le facciate delle case del paese con bellissimi murales ispirati ai suoi disegni. Poi hanno chiamato con il suo nome la Scuola elementare e gli hanno costruito un Museo.
Questo nostro Ciondolino ve lo presentiamo con ben 66 tavole in tricromia (che non significa però che ci sono solo tre colori!) e 300 disegni in rosso e nero. Insomma, una sciccheria. All’inizio poi c’è un bellissimo ritratto del Vamba, che, a parte la sigaretta che si sta fumando, ha un’aria proprio simpatica.
Allora…. buona lettura e buon divertimento!
Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi
Dall’incipit del libro:
Io dovrei cominciare, cari ragazzi, dal descrivervi la villa Almieri vista in una bella giornata di Luglio, verso le due e mezzo, quando tutta la campagna si distende, quasi desiderosa di riposo, in quella gran quiete e in quel gran silenzio che neanche le cicale, le quali sono gli insetti più sfacciati che si conoscano, s’azzardano a disturbare. Ma so, per esperienza, che le descrizioni voialtri le saltate a pié pari, sicché sarebbe una fatica buttata via: d’altra parte non vi sarà difficile, credo, immaginare una bella casa tutta bianca, con le persiane verdi, sotto le quali sporgeva un bel davanzale di pampini portati fin lassù da due grosse viti d’uva salamanna ch’erano piantate alle due estremità della facciata. Dei pampini, anzi, ce n’erano di molti: quel che mancava era l’uva; e infatti non se ne vedeva che qualche grappolo qua e là, lontano dalle finestre.
Scarica gratis: Ciondolino di Luigi Bertelli (detto Vamba).