Autore di numerosi testi legati alla sua professione di stimato giurista e di memorie e lettere relative al suo interesse per l’archeologia – documentazione principalmente conservata presso la Biblioteca e l’Archivio della famiglia Jatta in Ruvo –, Giovanni Jatta pubblicò nel 1844 la sua opera maggiore, Cenno storico sull’antichissima città di Ruvo nella Peucezia. Nella prima edizione, da cui questo ebook di Liber Liber è tratto, sono contenuti anche altri documenti.

Dopo un ampio indice analitico finale, nel quale ogni voce ha un minimo commento, da cui questo esempio:

«Territorio di Ruvo ‒ Sue pregevoli qualità e varietà, e suoi prodotti colla descrizione di esso pag. 309 e seguenti ‒ Ampio letto di un antichissimo torrente che lo fendeva pag. 312 ‒ Conghietture sul torrente suddetto e sulle cagioni che lo fecero cessare pag. 313 e 314.»

l’opera contiene anche il breve Rvbastinorvm Nvmorvm Catalogvs, catalogo dei rinvenimenti numismatici nella zona di Ruvo, composto da Francesco Maria Avellino (1788-1850), insigne archeologo e numismatico, nel 1839 ideatore ed iniziatore del Corpus de Italiae veteris numismatis, di cui questo opuscolo è un estratto, predisposto dallo studioso di numismatica espressamente per Jatta. L’estratto è accompagnato da annotazioni critiche ed esegetiche.

Segue, sempre di pugno di Avellino, un’epistola, datata al settembre 1844, De argenteo Anecdoto Rvbastinorvm Nvmo, con l’analisi di una singola moneta.

Chiude il volume la ristampa della edizione eseguita in Napoli per Lazaro Scoriggio nel 1633 della Historia del combattimento de’ tredici Italiani con altrettanti Francesi, fatto in Puglia tra Andria, e Quarati, e la vittoria ottenuta da gl’Italiani nell’anno 1503 a 13 di Febraro, Scritta da Autore di veduta, che v’intervenne. La nota sulla disfida di Barletta è accompagnata da alcune missive intercorse tra il condottiero Ettore Fieramosca e il nobile francese, nominato Monsieur Guy de la Motte.

Nel Cenno storico sull’antichissima città di Ruvo nella Peucezia, che parte dall’età antica per arrivare ai tempi dell’autore, Jatta, certamente un erudito, sostiene l’origine Achea-Arcadica della città:

«Ho detto nel capo III che Oenotro e Peucezio figliuoli di Licaone Re di Arcadia prima della guerra di Troja approdarono nelle nostre Regioni con numeroso seguito di Arcadi ed altre Genti del Peloponneso, e fondarono due Dominazioni, delle quali una prese il nome di Oenotria e l’altra di Peucezia, ove la nostra città è sita.»

La moderna storiografia colloca la fondazione di Ruvo molto prima. Alcuni reperti fanno risalire i primi insediamenti al paleolitico medio ed è confermata la presenza umana fin dal VI millennio a.C.. Fu solo tra l’VIII e il V secolo a.C. che i greci colonizzarono pacificamente Ruvo. Intorno al IV secolo a.C. il villaggio visse un periodo di grande splendore, con fiorenti scambi commerciali con altre popolazioni italiche, tra cui quella etrusca, coniando moneta e vantando una fiorente popolazione. Essa divenne una fiorente polis della Magna Grecia, con un vivace commercio di olio di oliva e vino e una notevole produzione di vasellame.

Più attendibile è la parte dell’opera dedicata alla storia medievale di Ruvo. Sono infine molto interessanti, proprio perché legate all’attività di magistrato dell’autore, le pagine sulla lotta contro i privilegi feudali e sui mutamenti politici dopo il 1789.

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi

Dall’incipit del libro:

Non fia meraviglia che i due antichi Geografi Pomponio Mela, e Tolomeo non abbiano parlato della nostra città. Il titolo che diè il primo al suo libercolo Geografico fu De situ Orbis. Non si occupò quindi di altro, meno che di percorrere e cennare la situazione del Mondo allora conosciuto, e delle diverse Regioni che lo componevano. Pochissime sono le città ch’ebbe la occasione di nominare nel fare tal succinta descrizione. Lo dichiarò ei medesimo nella prefazione premessa al suo libercolo, poichè disse: Dicam autem alias plura, et exactius: nunc autem ut quæque erunt clarissima, et strictim.
Tolomeo fu di lui più largo in questa parte. Ma tranne le città principali, o almeno da lui credute tali, di tutte le altre, benchè sicuramente antiche e conosciute, non se ne incaricò nè punto nè poco. Ne diè di ciò la ragione, poichè disse che la minuta descrizione di esse apparteneva, non già alla Geografia, ma bensì alla Corografia, nel che non saprei dire quanto sia stato adeguato il di lui avviso.

Scarica gratis: Cenno storico sull’antichissima città di Ruvo nella Peucezia di Giovanni Jatta.