Nel 1853, esule a Bruxelles in seguito al colpo di stato di Luigi Bonaparte, Victor Hugo pubblica una raccolta di poesie: Châtiments, nota poi anche come Les Châtiments, come accusa nei confronti di Napoleone III e dei suoi complici, e come esortazione ai francesi per un pronto riscatto. L’opera che pubblichiamo qui, è la prima (e l’unica segnalata in OPAC SBN) traduzione in italiano, ed è in prosa.
La storia del colpo di stato che ha portato all’Impero Luigi Bonaparte è raccontata diffusamente da Hugo in numerosi titoli, che verranno presto pubblicati da Manuzio: Storia di un delitto, Napoleone il piccolo, e i suoi due seguiti). Qui non si tratta di storia, ma di esprimere i diversi sentimenti del poeta: rabbia ed ironia nei confronti dei colpevoli (i soldati, la chiesa, i giudici), pietà verso i perseguitati (uccisi, incarcerati, inviati alle colonie penali, esiliati), speranza di un pronto riscatto che in realtà avverrà solo dopo il 1870, con la sconfitta di Napoleone III contro i prussiani, e fede nella giustizia divina.
Da notare l’appello di Hugo perché i colpevoli non vengano uccisi al momento della loro caduta, ma piuttosto condannati ai lavori forzati.
Sinossi a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
Chi può, in questo momento in cui Dio forse incaglia, indovinare se la ruota girerà dal lato triste o dal lieto?
Che cosa uscirà dalla tua mano che si vela, o destino? Sarà l’ombra infame e sinistra, o la stella del mattino?
Io vedo contemporaneamente il meglio ed il peggio; nero quadro! Perchè la Francia merita Austerlitz, e l’impero merita Waterloo.
Verrò, rientrerò nelle tue sante mura, o Parigi! Ti riporterò l’anima non mai spenta dei proscritti.
Poichè è l’ora in cui tutti debbono mettersi all’opera, fieri, ardenti, schiacciare la tigre al di fuori, e la biscia al di dentro; poichè l’ideale puro, non avendo potuto convincerci, si perde; poichè nessuno è troppo grande per morire, nè troppo piccolo per vincere; poichè si vede nel cielo spuntar l’aurora nera del più forte; poichè tutto innanzi a noi è ora la gloria o la morte; poichè in questo giorno il sangue scorre, i tetti bruciano, giorno sacro! poichè è il momento in cui i vili indietreggiano, io accorrerò.
E, quando lo straniero viene sulla frontiera, ecco la mia ambizione nessuna parte al potere, parte intiera al pericolo.
Poichè questi nemici, ancor ieri nostri ospiti, sono in casa nostra, verrò, mi metterò, o Francia, davanti alle tue colpe in ginocchio!
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