Secondo volume della trilogia che mescola temi di “cappa e spada” a temi più convenzionali di amore, ambientata nel Regno delle Due Sicilie, all’epoca in cui il regno di Ferdinando di Borbone, marito di Carolina d’Austria, era stato occupato dai Francesi, e a Napoli regnava il Murat. Il protagonista di questo romanzo è ancora Capitan Riccardo, che abbiamo visto nel primo volume incaricato di suscitare la rivoluzione filo-borbonica per conto della coraggiosa regina, nella Calabria di cui è originario.

Qui ripercorriamo inizialmente la storia del coraggioso bandito, e di altri banditi calabresi, negli anni che precedono i fatti narrati nel primo volume, S. M. la Regina. Riccardo ritiene di essere di umili origini, ma in realtà è il figlio illegittimo (o forse no?) di un nobile, il duca di Fagnano, che abbandonò titolo e castello per abbracciare gli ideali della rivoluzione francese. Il ducato passò quindi al fratello minore, padre di una bellissima fanciulla, Alba, che ha ispirato in Riccardo un amore puro e senza speranza, stante la sua condizione plebea.

C’è un altro amore infelice di cui traspare qualcosa nelle pagine del romanzo, e precisamente quello della coraggiosa banditessa Vittoria, compagna di lotte di Riccardo, il quale non si accorge del sentimento che la donna prova per lui, preso fra l’amore giovanile e puro per Alma, e quello carnale e appassionato per la misteriosa dama napoletana di cui ignora l’identità.

Il ritorno del primogenito Fagnano, il “vero” Duca, divenuto Commissario al seguito delle truppe francesi, complica la vicenda. Riccardo viene riconosciuto come figlio, e nel suo animo già turbato dai due amori scoppia una nuova contesa, fra l’amore per il ritrovato padre, e la parola data alla Regina di combattere i Francesi; analogo dramma lacera il cuore del Duca, che cattura alcuni ribelli e dovrebbe farli uccidere, ma tra loro vi è Riccardo. Le emozioni spezzano il vecchio cuore del duca, che muore tra le braccia di Riccardo: questi fugge ancora una volta, verso la Sicilia rimasta ai Borboni. Qui si svolgerà l’azione del terzo ed ultimo volume della saga, Sola contro tutti.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

La banda di capitan Riccardo era dagli stessi nemici tenuta in gran conto pel valore dimostrato in più incontri, nei quali era rimasta quasi sempre vittoriosa, e per la disciplina onde era retta. Non le si attribuiva nessuna delle nefandezza che le altre commettevano, ed aveva dato prova d’intendere il rispetto che si deve ai vinti, e di tener per sacra la vita dei prigionieri, molti dei quali erano stati rilasciati con gran sorpresa degli ufficiali francesi, i quali consideravano come morto chiunque dei loro capitasse nelle mani di uno di quei feroci scorridori che si chiamavano Taccone o Benincasa, Parafante o Francatrippa. Nè la banda di capitan Riccardo aveva mai preso parte ad una di quelle scorrerie contro le città o i villaggi indifesi che dalle orde dei predoni venivano devastati col pretesto che se la intendessero coi Francesi. È vero però che per provvedersi dell’occorrevole a continuar nella guerra ricorreva ai ricchi signori, specie se amici del nuovo governo, i quali volentieri le mandavan dei sussidî per averne rispettati i boschi ed il bestiame, nonchè le case e le persone.
Era scorso già un anno. Chi avesse riveduto il giovane capobanda avrebbe notato il gran mutamento avvenuto in lui. Non solo la vita agitata, quotidianamente esposta a mortali pericoli, incerta del domani, mal sicura dell’oggi, aveva dato alla sua fisonomia una impronta di severa gravità, ma pareva che un persistente pensiero gli velasse gli occhi di malinconia.

Scarica gratis: Capitan Riccardo di Nicola Misasi.