Scrisse H. A. Page, primo biografo di De Quncey: «I contributi di De Quincey a riviste e periodici spaziano su una vastissima area di argomenti. Il più compendioso e non certo il più scorretto titolo generale che essi potrebbero avere sarebbe De omnibus rebus et quibusdam aliis. Questi suoi scritti possono essere divisi in storici, biografici, critici, politici, personali e miscellanei».

Linati sceglie quindi, tra la sterminata produzione di De Quincey, alcuni scritti particolarmente interessanti che spaziano appunto dalla riflessione letteraria, a quella autobiografica, fino ad annotazioni di tipo storico. Certamente alcune operazioni di taglio e riduzione non sono oggi del tutto apprezzabili, ma resta da considerare che nel 1922, quando questa traduzione venne data alle stampe, in Italia si conosceva poco o niente di De Quincey: una traduzione ottocentesca di Confessioni di un mangiatore d’oppio e due traduzione de L’assassinio, una di Vannicola dal francese e una di Bontempelli, ristampata anche in anni recenti. L’iniziativa di ricerca di Linati appare quindi utile anche alla luce del fatto che di questi scritti non esistono altre traduzioni italiane né sono più stati ristampati.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Fin dalla mia fanciullezza io fui sempre in grande perplessità intorno a un punto del Macbeth, ed era questo: il busso che s’ode alla porta di Macbeth dopo ch’egli ha compiuto l’assassinio di Duncan. Questo particolare produceva sul mio animo un’impressione della quale non riuscivo a rendermi esatta ragione, poichè mi pareva ch’esso riflettesse su quell’assassinio una maestà profonda e una strana luce d’orrore. Ma, per quanto mi sforzassi d’approfondirlo col mio intendimento, per molti anni non mi riuscì di comprendere perchè questo fatto dovesse produrre su di me un effetto così singolare.
Qui voglio esortare il lettore a non aver in gran conto il suo intendimento quando è in contrasto con altre facoltà del suo spirito. Il puro intendimento, sebbene utile e indispensabile, è la più ordinaria tra le facoltà dello spirito umano, è la prima a doversene diffidare. Eppure la maggior parte della gente non confida che in quello: il che sta bene per la vita comune, ma non trattandosi di filosofici disegni. Di ciò, tra mille esempi, ne citerò uno. Chiedete a una persona qualsiasi che non sia resa idonea a soddisfare la vostra richiesta da qualche previa conoscenza di prospettiva, di tracciarvi, così alla buona, la più semplice figura che abbia attinenza con le leggi di quell’arte: per esempio due pareti poste ad un angolo retto fra loro, oppure la prospettiva di alcune case allineate lungo i fianchi d’una strada quali le si possono scorgere da un’estremità di essa. A meno che questa persona non abbia potuto studiare sulle pitture il modo come gli artisti riescono a produrre tali effetti, si troverà al tutto incapace di renderli, nemmeno in maniera approssimativa.

Scarica gratis: Bussano alla porta di Macbeth ed altre prose di Thomas De Quincey.