(voce di SopraPensiero)

 

Pubblicato Breve storia dell’architettura in Sicilia di Enrico Calandra.

Stampato (se pur non concepito per la divulgazione dal suo autore) nel 1938, grazie all’interessamento di suoi cari amici e di Benedetto Croce, il testo pone le basi per studi successivi, non mancando tuttavia di offrire un excursus, che se pur schematico e sintetico, diventa una possibile via interpretativa. Partendo dalla definizione di architettura «siceliota» (greco-sicula) che racchiude influenze orientali ibridate da elementi di derivazione greca, si snoda attraverso l’architettura normanna per giungere fino a quella dei secoli dal Seicento all’Ottocento. Il testo venne ripubblicato nel 1997 a cura dell’allievo di Calandra Bruno Zevi e ha goduto di una recente ristampa critica da parte di un’editrice padovana.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Allo stato attuale degli studi storico-artistici non è forse prematura una sintesi della storia dell’architettura in Sicilia? Quando l’estate scorsa i direttori della rivista La Phalange l’han richiesta a me siciliano – e in limiti assai brevi – per un numero speciale da dedicarsi alla nostra bella isola, tale domanda me la son posta io stesso, e a tutta prima da studioso ho dovuto rispondere essere troppo presto ancora per tentarla con successo.
Sebbene da recente alcuni periodi architettonici, già interamente nell’ombra sino a qualche decennio fa, siano stati esplorati da benemeriti studiosi, pure siamo lontani dalla compiutezza di notizie e di ricerche che sarebbe necessaria per una equilibrata e densa sintesi. Ciononostante mi fu necessario tentarla per il pubblico della rivista francese. E, prima che la sintesi assai ristretta, ho dovuto stenderne per me stesso una meno succinta, anche per mettere a posto vari ricordi di gite esplorative – che cominciavano a perdere di precisione – fatte in vari tempi, quando risiedevo nell’isola. Questo manoscritto, ch’io in origine non avevo destinato al pubblico – almeno nella forma attuale – uno studioso a me carissimo fa pubblicare nella collana del Laterza, persuaso che, in mancanza di meglio, esso possa essere utile non già ai competenti, ma alle persone colte che sempre più oggi s’interessano all’architettura e alla Sicilia, per la storia architettonica della quale il maggior ostacolo sarà sempre dato dal secolare accumularsi in essa delle cause distruttrici dei monumenti.