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(voce di SopraPensiero)
Charles Freer Andrews, missionario anglicano che conobbe Gandhi in Sud Africa, curò nel 1930 questa sintesi delle due opere autobiografiche del famoso apostolo indiano della non-violenza.
La narrazione si dipana dall’infanzia e dalla fanciullezza, attraverso il matrimonio a soli 13 anni, il soggiorno di studi in Inghilterra, l’elaborazione della “satyagraha” (la forza d’animo che conduce alla cosiddetta resistenza passiva) attraverso le esperienze sudafricane, il ritorno in India e le sue attività fino all’inizio degli anni ’20 con l’organizzazione del movimento Khadi per il boicottaggio dei tessuti di cotone provenienti dall’estero e la loro sostituzione con tessuti filati artigianalmente.
Il racconto non manca di mettere in luce paradossi e contraddizioni spesso sconfinanti in vere stravaganze che sono poi in definitiva tipiche di tutti i grandi della storia. Per la moglie, analfabeta e certamente a disagio nel mondo che il marito voleva scuotere dalle fondamenta, il matrimonio fu certamente, almeno per un periodo, un vero tormento.
Ma tutto questo tende a svanire su uno sfondo rispetto al quale si staglia invece il concetto che idee e ideali, amore, verità e non violenza potevano avere, almeno qualche volta, una forza ben più potente rispetto a quella di bombe e baionette; nel mondo violento e cinico dove gli oppressi conducono con sofferenze enormi la loro esistenza, i valori di Gandhi dimostrano che è possibile conquistare qualche spicchio di giustizia, libertà e pace. E tutto questo, occorre ricordarlo, nel momento del massimo “splendore” del colonialismo dove sembrava impossibile per il più debole sottrarsi al potere del più forte. Non c’è dubbio che l’opera di Gandhi abbia contribuito enormemente a dimostrare, liberando l’India dal giogo della più importante potenza militare dell’epoca, quanto il mondo sia spesso preda di sciocchi pregiudizi e di pericolose follie.
La presente edizione italiana è prefata da Giovanni Gentile.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Nel leggere questa Autobiografia, conviene por mente a ciò che è detto nella prefazione inglese: che cioè essa non è opera originale di Gandhi, ma compilazione del signor C. F. Andrews, inglese, amico dell’autore e suo fervente seguace, del quale si parla nel corso del libro. Questi trasse la narrazione da due opere autobiografiche scritte dal maestro nella sua lingua materna, il gujarati, e da altri tradotte in inglese: una delle quali molto voluminosa. E abbreviò molto le sue fonti, tralasciandone tutte le parti che gli parvero di minore interesse. Donde quel che di slegato e di lacunoso che il lettore potrà notare qua e là nel testo che gli è presentato; e che, d’altra parte, essendo passato attraverso una duplice traduzione, può far desiderare nel racconto quel tono di perfetta immediatezza che è una delle attrattive maggiori degli scritti autobiografici; quantunque siano pur frequenti le pagine in cui l’animo dello scrittore si esprime in tutta la commovente semplicità del suo sentimento profondo. La brevità, per altro, e la rapidità per lettori europei sono un vantaggio a paragone del fare analitico, insistente e particolareggiato, che dà impressione di faticosa prolissità nei libri dell’India.
Scarica gratis: Autobiografia di Mohandas Karamchand Gandhi.