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Ugo Santamaria

Ugo Santamaria
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Pollock ed il Porroh s’incontrarono per la prima volta in un villaggio paludoso, sulla laguna dietro la penisola di Turner. Le donne di questo paese sono assai belle e nelle loro vene scorre sangue europeo fin dai tempi di Vasco di Gama e degli Inglesi mercanti di schiavi.
Si; è vero! – son nervosissimo, spaventevolmente nervoso – e lo sono stato sempre; ma perchè volete pretendere ch'io sia pazzo?
Faceva un freddo terribile, nevicava e calava la sera — l'ultima sera dell'anno, per l'appunto, la sera di San Silvestro. In quel freddo, in quel buio, una povera bambinetta girava per le vie, a capo scoperto, a piedi nudi. Veramente, quand'era uscita di casa, aveva certe babbucce; ma a che le eran servite?
Lontano lontano, in alto mare, l'acqua è azzurra come i petali del più bel fiordaliso, e limpida come il più puro cristallo. Ma è molto profonda, più profonda di ogni scandaglio; bisognerebbe mettere molti e molti campanili l'uno sopra l'altro per arrivare dal fondo sino alla superficie dell'acqua. E laggiù, nel fondo, vive la gente del mare.
C'era una volta, all'angolo di una strada, una casa vecchia vecchia. Aveva quasi trecent'anni; e il conto era presto fatto, del resto, perchè la data stava scolpita sotto al terrazzino, incorniciata da un ornato di tulipani e di viticci. Si potevan leggere ancora molte scritte in caratteri antichi, con interi versi.
Una mamma vegliava il suo bambino, angosciata dallo spavento che le potesse morire. Egli era lì pallido pallido, i piccoli occhi già chiusi, il respiro lieve come un soffio: solo ogni tanto ansava un po' più forte, che pareva sospirasse; e allora la mamma guardava la sua creatura con la espressione di un dolore ancora più intenso.
Io era allora – saprete subito perchè non lo sono più – Egbert Craddok Cummins. Il nome esiste però sempre.
Con quale inflessione di voce e quale atteggiamento d'occhi e di mani, curvandosi, come chi regge rassegnatamente su le spalle un peso insopportabile, il magro giudice D'Andrea soleva ripetere: «Ah, figlio caro!» a chiunque gli facesse qualche scherzosa osservazione per il suo strambo modo di vivere!
Avevo sopportato del mio meglio le mille ingiustizie di Fortunato; ma quando poi arrivò all'insulto, giurai di vendicarmi.