Ugo Santamaria
Lasciata la solita compagnia nel caffè (tra i lumi e gli specchi pieno di fumo) si trova davanti la notte: vitrea, quasi fragile nella purezza degli astri sfavillanti sulla vastissima piazza deserta.
Mesti quella mattina avevano le tre sorelle i visetti, che così apparivano anche più perlati e fini del solito. Il loro padre doveva partire, per un viaggio lungo. E la mamma non c’era più, adesso: la mamma che quando il babbo, come stavolta, partiva, prendeva lei tranquillamente il governo della famiglia…
Ogni volta che muore un bambino buono, un Angelo del Signore scende sulla terra, prende tra le braccia il piccolo morto, spiega le grandi ali bianche, vola su tutti i luoghi che al bambino furono più cari, coglie un fascio di fiori, e li porta su al Signore, perchè li faccia fiorire ancora, più belli che sulla terra.
Un padre aveva due figli. Il maggiore era scaltro e giudizioso e sapeva arrangiarsi in tutto benissimo, il minore invece era stupido, non capiva e non imparava nulla, e quando la gente lo vedeva, diceva: «Costui è per il padre un bel peso!».
Lo chiamavano il Rosso, Bauer, perchè era tale di capelli: gran ciuffo fulvo sulla fronte bassa e una selva disordinata, sul cocuzzolo, dello stesso colore arso: un uomo sui quarant’anni, di non alta statura, ma quadro, forzuto; con gli occhi celesti.
«Ah, che cosa orribile!» disse una gallina; e lo disse all'altro capo del villaggio, non in quella parte dove la cosa era accaduta. «Che orrore fu quello, laggiù, nel pollaio! Stanotte non mi arrischierei di certo a dormire sola! Buon per me che siamo in tanti, qui appollaiati!» E raccontò una storia, che fece rizzare le penne a tutti i presenti, e il gallo, a sentirla, lasciò cadere la cresta, floscia floscia. Ma era una storia vera verissima!
La via tracciata da poco seguiva quella ch’era stata, un tempo, la massicciata d’una ferrovia che, da anni, i treni non percorrevano più. Ai due lati, la foresta aveva raggiunto e invaso i pendii inghiaiati involgendoli in un verde rigoglio di alberi e di cespugli.
Un uomo aveva un asino che per lunghi anni aveva portato senza stancarsi i sacchi al mulino; ma le forze gli vennero meno e diventava sempre più inetto al lavoro. Il padrone pensò di utilizzarne la pelle, ma l’asino capì che non soffiava buon vento, scappò via e prese la strada verso Brema: là, pensava, avrebbe potuto suonare nella banda cittadina.
Ora ti voglio raccontare una storia, che ho sentita anch'io quand'ero bambinetto; e da allora, ogni volta la rammento mi par più bella. Perchè avviene delle novelle come di certe persone: più invecchiano e più diventano belle, — e questa, già, è una grande consolazione!