Ugo Santamaria
— E l'inferma guarirà? – domandai tutto trepidante al dottore.
— Guarirà di certo, se Dio vuole – rispose questi che già s'era levato da sedere e avea preso il cappello per andar via.
Una volta, mentre il treno passava vicino ad Aci-Trezza, voi, affacciandovi allo sportello del vagone, esclamaste: — Vorrei starci un mese laggiù! —
Io conterò cose vere, e colpe solite pur troppo, ed una egregia virtù di oscura donnicciuola; ma tacerò i nomi veri ed i luoghi, sostituendone altri immaginati, non tanto per sottrarre al biasimo chi lo ha meritato, quanto per rispettare la modestia di chi è degno di molta lode.
Quanto se n’avessero cacciato in corpo, dalle dieci di sera ch’erano arrivati sino alla mezzanotte vicina, lo sapeva soltanto il garzone del vinaio…
È una felicità un po' stracca e monotona, la nostra, appesantita dal caldo sciroccale di quest'agosto variabile, in riva al mare. Nulla ci manca…
Certe mie antiche carte narrano come migliaia e migliaia d’anni fa nella grande isola di Borneo regnasse un vecchio e savio Signore che ogni sua cura riponeva nell’assicurare ai suoi sudditi la felicità.
Avevo giurato a Mario Terlizzi un odio mortale; e finchè non lo ebbi ucciso, il mio spirito non trovò pace.
Dalla terrazza della villa Spina si ammira uno dei più bei tramonti della città, e gli amici non mancano mai all’invito dei padroni di casa sicuri di godere della loro amabile ospitalità e di uno spettacolo quanto pochi altri bello.
Racconta quel brav’uomo del Grimm che una volta un barocciaio si mise colle mani incrociate dietro la schiena a contemplare il suo vecchio asino; e ai racconti del Grimm bisogna credere, perché è uno dei più graziosi contastorie pe’ bambini.